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Agrimensura (storia dell’urbanistica)

Misurazione di una zona rurale secondo tecniche di origine occidentale in Giappone (Hokusai, silografia policroma, 1848).
Misurazione di una zona rurale secondo tecniche di origine occidentale in Giappone (Hokusai, silografia policroma, 1848).

Definizione -Etimologia

È parte della topografia riguardante le operazioni di misura dei terreni agrari e la loro rappresentazione cartografica per necessità di divisioni, rettifiche di confini, apposizioni di termini e quant’altro.
Il termine deriva dal latino agrimensúra a sua volta composto di ăger, genitivo ăgri (campo, podere) e mensúra (misura).

Generalità

La disciplina concerne i mezzi e i metodi per misurare la superficie di porzioni limitate di terreno, circoscritte da linee naturali o artificiali, denominate appezzamenti; dividere un terreno in parti in cui le superfici o i cui valori di mercato siano fra loro in un rapporto determinato; sostituire alla linea di confine esistente tra fondi contigui un’altra diversa, facendo in modo che dalla sostituzione non risulti mutato il rapporto preesistente fra le superfici o fra i valori di mercato dei terreni.
L’oggetto delle valutazioni è la superficie agraria, ovvero la proiezione su di un piano orizzontale della superficie effettiva del terreno che, invece, si presenta variamente ondulata e inclinata. L’uso di tale superficie non solo agevola il rilievo e la rappresentazione, ma soprattutto è giustificata dal fatto che, nella pratica, la sua conoscenza interessa di più che non quella delle superfici effettive. Infatti, il prodotto dei terreni è proporzionale alla loro superficie agraria, inoltre quella effettiva muta nel tempo ad opera degli agenti naturali o antropici e, dunque, non è affidabile.
L’origine e il perfezionamento dell’agrimensura coincidono con l’affermarsi della proprietà agricola privata. Progressivamente la tecnica sostituisce i metodi empirici di misura basati ad esempio sulla quantità di lavoro necessario per coltivare un campo nell’unità di tempo (giornata) oppure sulla quantità di semente da distribuire su un appezzamento misurata mediante un recipiente di capacità nota.
Tradizionalmente, per misurare l’area di un terreno agricolo, si possono usare metodi diretti o indiretti: il rilievo diretto sul terreno o un suo disegno in scala.

Origini

Strabone assegna l’origine dell’agrimensura agli egizi; infatti, a ogni inondazione del Nilo i confini dei campi erano cancellati o spostati e, quindi, la terra doveva essere misurata continuamente per poterli ristabilire. Erodoto, invece, attribuisce ai Sesotri la misurazione e la divisione in parcelle quadrate e la distribuzione della terra fra gli abitanti. Gli egizi procedevano alle misurazioni con apposite corde e calcolavano le aree sostituendo alla superficie reale le figure geometriche più affini.
Una tavoletta di argilla del tempo del re Ibi-Sin (fine del III secolo) mostra il procedimento di misurazione usato in Babilonia, dove l’agrimensura era molto praticata.
In Grecia Omero già ricorda i recinti e i termini lapidei posti sui confini, limiti protetti prima dalla religione poi dalle leggi; infatti, è noto che molte città greche avevano magistrati per la loro protezione. Per le misurazioni adoperavano generalmente corde trattate per evitare le deformazioni, o catene e canne, ma anche la groma, somigliante a quella dei romani che Erone avrebbe poi sostituito con la diottra, simile al teodolite.
Presso i romani i confini di proprietà sono sacri e vengono definiti a immagine delle linee celesti che l’augure traccia con il lituus per la contemplazione del cielo. La città, l’accampamento e il territorio sono limitati secondo due linee perpendicolari e orientate con i punti cardinali, proiezione sul terreno del templum celeste. Con l’accresciuta importanza della limitatio, all’augure subentra l’agrimensore che usa la groma. Se all’augure spetta sempre la celebrazione del rito religioso di inizio della misurazione, all’agrimensore compete, invece, il lavoro tecnico del tracciamento e della divisione in parcelle. Mappe e documenti relativi ai territori assegnati pubblicamente sono depositati nel Tabularium o Sanctuarium Caesaris e due copie date alle città interessate, utili in caso di controversie.

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