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Battistero

Roma, battistero lateranense, ricostruzione virtuale dell'interno (da F. Bisconti, in Costantino il Grande, catalogo Rimini, 2005, pp. 174-86)
Roma, battistero lateranense, ricostruzione virtuale dell'interno (da F. Bisconti, in Costantino il Grande, catalogo Rimini, 2005, pp. 174-86)

Definizione – Etimologia

Dal latino baptisterium, greco βαπτιστριον o φωτιστριον (letteralmente: luogo in cui si riceve l’illuminazione), è l’ambiente che ospita la vasca battesimale e in cui il catecumeno, da adulto consenziente, riceveva il sacramento del battesimo che, in origine, avveniva attraverso l’immersione totale. Il battesimo veniva amministrato solitamente, nella notte del Sabato Santo di Pasqua, al culmine delle celebrazioni: in Oriente la festività coincide anche con il 6 di gennaio oppure talvolta, come in certe aree fra cui la Spagna, nel dies natalis di alcuni santi venerati. I sistemi costruttivi e le tipologie stesse di questo particolare tipo di edificio di culto adottano le tradizioni peculiari dei territori in cui sono ubicati.

Sviluppi storici

Già prima dell’età costantiniana le domus ecclesiae erano provviste di battistero, come confermato dal celebre caso di Dura Europos, la domus con battistero costruita prima del 256. L’edificio, addossato alle mura, quadrangolare, privo di abside, presenta un battistero con pianta rettangolare ubicato lungo il fianco destro, con una vasca battesimale posta all’estremità, e non al centro dell’ambiente come di consueto, posizione trasmessa ai battisteri siriaci più tardi. La vasca è sormontata da un baldacchino, struttura che andrebbe posta in relazione al battesimo delle donne, nascoste da tende sospese e seguite durante il rituale da vedove o diaconesse, come prescrive la Didascalia degli Apostoli, un testo siriaco del III secolo contemporaneo alla domus. Si tratta di un caso maturo come indica sia l’articolazione interna della domus sia il programma iconografico del battistero, incentrato su tematiche funerarie e legate all’azione salvifica dell’acqua.

In Occidente l’edificio battesimale di consueto è autonomo dalla chiesa a partire dall’epoca costantiniana, ovvero dal battistero lateranense, a pianta ottagonale, nella cui vasca, anch’essa ottagonale, l’acqua sgorgava attraverso cervi d’argento, come specifica un passo del Liber Pontificalis (314-35). La forma ottagonale avrà ampia fortuna, legata anche al significato dell’ogdoade patristica. Questo aspetto simbolico viene a coniugarsi con una tipologia sperimentata dall’architettura tardoromana, specie in ambienti di ville e terme: infatti si registrano alcuni casi di battisteri inalveolati entro ambienti termali, di cui si riutilizzavano i sistemi idraulici come nel battistero lateranense o in quello paleocristiano di Santa Cecilia in Trastevere. L’acqua utilizzata nel corso del battesimo doveva essere corrente: perciò la vasca di solito presenta fori di adduzione e di evacuazione, ma in alcuni battisteri milanesi i sistemi erano più complessi. Circa l’Italia in particolare, si registra una sorta di divaricazione fra le regioni centro-settentrionali e quelle meridionali, dove i battisteri sono di numero limitato per scomparire in epoca altomedievale e soprattutto medievale, e inoltre non sono attestati battisteri ottagonali, ma solo alcune vasche di questa forma: gli edifici battesimali poi, tranne i battisteri di Canosa e il complesso di S. Giusto presso Lucera in Puglia, e il vasto battistero a pianta centrale di Nocera Superiore in Campania, sono di più limitate dimensioni, e le vasche presentano forme diverse: circolare, cruciforme, ottagonale.

Circa l’Italia centro-settentrionale, dove il battistero lateranense, a partire dalla prima metà del IV secolo, ha costituito il modello per antonomasia, ruolo svolto con ogni probabilità anche in riferimento ai battisteri costantinopolitani di Santa Sofia e della chiesa della Chalkoprateia, e a quelli efesini di S. Giovanni e della cattedrale in aggiunta ai battisteri dei più celebri santuari di pellegrinaggio orientali, come S. Giovanni ad Efeso, S. Mena in Egitto e Qalat Seman nella Siria settentrionale. Si registrano anche edifici battesimali con diverso impianto nelle regioni italiane di Nord-Ovest, e in Francia come quelli, ad una o tre navate, delle cattedrali di Lione, Ginevra e Poitiers, della fine del IV secolo.

Nella penisola iberica le vasche hanno forme desuete, e si può ipotizzare il percorso dei catecumeni, come in alcuni battisteri dell’Africa del Nord. In aggiunta alle cattedrali, il battistero é associato anche ai santuari di pellegrinaggio, ai martyria e ai monasteri. Un legame particolare lega il battistero alla città come nel caso di Roma, con un battistero per ogni titulus (parrocchia) e ulteriori impianti all’esterno delle mura, connessi con i martyria suburbani. A Costantinopoli le fonti, in aggiunta ai battisteri e alle vasche superstiti, trasmettono notizie sull’esistenza di numerosi battisteri connessi a edifici di culto con diversa funzione, anche nel Sacro Palazzo.

Per il periodo più antico due aspetti, in particolare, segnano l’evoluzione del battistero nell’orbe cristiano: l’assimilazione alla basilica, da cui assorbe parte del mobilio liturgico, cioè troni, altari con reliquie, tombe, e la riduzione delle dimensioni della vasca legata al rito battesimale, che perde l’antica rilevanza e che sembra mediare fra il battesimo per immersione e quello per aspersione. In Occidente le vasche, specie nell’Italia di Nord-Ovest e in Francia, vengono ridotte attraverso una fodera di muratura, mentre in Oriente, come nel battistero di VI secolo di Qalb Lozè, in Siria, la piccola vasca è anche poco profonda: come altri casi siriaci coevi, il battistero è ubicato dentro o presso l’atrio, come indica una fonte del tardo V secolo, il Testamentum Domini Nostri Jesu Christi.

Mentre in Occidente, in epoca paleocristiana e altomedievale, i battisteri sono autonomi, in Oriente essi sono sistemati in uno dei pastofori con vasche di dimensioni limitate: il battistero del Santo Sepolcro del 333 circa, al contrario, era articolato in tre ambienti, ed è probabile che abbia trasmesso il modello al battistero rinvenuto a Roma presso la chiesa costantiniana di Santa Croce in Gerusalemme. Sempre in Oriente, le vasche sono di preferenza monolitiche, cilindriche, cruciformi o quadrilobe, ma ci sono anche vasche scavate nel pavimento e rivestite da lastre di marmo. La divaricazione con l’Oriente si accentua in epoca altomedievale e medievale: nella pars orientis infatti l’edificio battesimale scompare, mentre in Occidente, specie in Italia, sono numerosi i battisteri altomedievali, talvolta ancora di forma ottagonale.

In età comunale, mentre in Italia meridionale il battistero viene sostituito da pilette, nelle regioni centro-settentrionali riprende la costruzione di battisteri monumentali spesso con pianta ottagonale, come le grandi vasche poste al centro; si tratta probabilmente di una ripresa della forma di battistero paleocristiano, ma le vasche, come nel battistero medievale di Firenze, sono prive di sistemi idraulici, sono vasche-oggetto oramai senza la loro originaria funzione.

Bibliografia

Falla Castelfranchi M., s.v. Battistero, in Enciclopedia dell’Arte Medievale, III, Roma, 1992, pp. 214-27; Falla Castelfranchi M., L’edificio battesimale: architettura, ritualità, sistemi idraulici, in L’acqua nei secoli altomedievali, Atti della LV Settimana della Fondazione CISAM (Spoleto, 12-17 aprile 2007), 2008, II, pp. 1173-1236; Foletti I., Romano S. (a cura), Fons Vitae. Baptême, baptistères et rites d’initiation, Actes de la Journée d’études (Université de Lausanne 1r décembre 2006), Roma, 2009; Guyon J., Les premiers baptistères de la Gaule (IVe-VIIe siècles), Roma 2000; Marcenaro M., Il battistero paleocristiano di Albenga. Le origini del Cristianesimo nella Liguria marittima, Recco 1993; L’edificio battesimale in Italia: aspetti e problemi, Atti dell’VIII Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana, Bordighera, 2001; Ristow S., Frühchristliche Baptisterien, Münster, 1998 («Jahrbuch für Antike und Christentum», 27); SAXER V., Les rites d’initiation chrétienne du IVe au VIe siècle. Esquisse historique et signification d’après leurs principaux témoins, Spoleto 1988.

 

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