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Ipertesto

Definizione – Etimologia

Rete di documenti. Il termine è una parola composta dal prefisso iperbolico greco ypèr (sopra) e dal sostantivo testo, p.p. dal latino tèxere (tessere), da intendersi a sua volta come «tessitura di un intreccio di fili» o «trama».
In senso astratto può assumere il significato di composizione di una storia, di un documento, di una trattazione, in definitiva di un testo scritto: laddove a testo possono essere associati come sinonimi «documento» o «scritto», il termine ipertesto si sostanzia, grazie al prefisso accrescitivo, come un insieme di documenti, messi in relazione tra loro per mezzo di parole chiave, nodi, che formano una rete (l’ipertesto stesso). La scelta di una precisa parola chiave porta all’apertura di uno specifico documento, rendendo pressoché infiniti i percorsi di lettura, selezionati unicamente dal lettore e non più dallo scrivente e da qui il significato di documento interattivo.

Cenni storici

L’idea di ipertesto può essere attribuita all’ingegner Agostino Ramelli, autore nel 1531 della Ruota dei libri, ambizioso progetto di un leggio multiplo rotante ideato per consentire l’agevole lettura contemporanea di più testi. Il concetto sotteso è teorizzato definitivamente nel 1945 dal fisico americano Vannevar Bush, che nel suo saggio As we may think sosteneva che il sistema degli indici usato tradizionalmente nei libri non è naturale e che non è in questo modo che funziona il cervello umano, che lavora piuttosto per associazioni di idee. Bush ideò il Memex, un meccanismo capace di memorizzare su microfilm un gran numero di pagine, che avrebbe permesso al lettore di costruire collegamenti diretti (trails) tra una pagina e un’altra a essa correlata. La parola hypertext nasce però solo nel 1964, quando Theodor Nelson la conia per descrivere il progetto di un’enciclopedia universale fondata sui collegamenti trasversali, non lineari, tra le varie pagine. Nel 1989 trova definitivamente forma grazie al fisico inglese Tim Lee Berners, che crea il primo ipertesto a scala mondiale sfruttando l’esistente rete Internet. Con il World Wide Web e il protocollo http è divenuto possibile trasmettere sulla rete le pagine ipertestuali che vanno scritte usando un nuovo linguaggio HTML. L’ipertesto diviene rapidamente una nuova forma di scrittura e lettura, si fa letteralmente un genere, comprendente il racconto interattivo, numerose applicazioni didattiche e ricreative, i siti web.

Sensi usati in architettura

In architettura la diffusione della concezione insita nell’ipertesto ha completamente ridefinito il sistema di organizzazione e catalogazione del patrimonio edilizio, urbanistico e territoriale. Rappresenta, ad esempio, il principio logico-costruttivo nel processo di creazione e gestione del modello d’informazioni di un edificio detto Building Information Modeling (BIM), che può essere appunto pensato come un potente ipertesto contenente qualsiasi informazione riguardante l’edificio o le sue parti, e del Sistema Informativo Territoriale (SIT), strumenti in grado di associare a elementi vettoriali (punto, area, oggetto …) attributi di informazione (classi, valori, schede …). La rappresentazione digitale in generale ha nello strumento interattivo e nella correlazione fra gli elementi rappresentati la logica intrinseca dell’ipertesto, palesata, ad esempio, dagli strumenti parametrici e generativi contraddistinti dall’esplicitazione delle mutue relazioni.

Bibliografia

Bolter J.D., Lo spazio dello scrivere: computer, ipertesto e la ri-mediazione della stampa, Milano, 2002;
Broglia M., Il sistema informativo territoriale. Esperienze e metodi, Milano, 2004; Smith D.K., Tardif M., Building Information Modeling: A Strategic Implementation Guide for Architects, Engineers, Constructors, and Real Estate Asset Managers, Hoboken, 2012.

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