Laterizio (tecnologia) | www.Wikitecnica.com

Laterizio (tecnologia)

Laterizio Figura 1 | Laterizio (tecnologia) | struttura

Definizione-Etimologia

Il laterizio è un materiale artificiale da costruzione realizzato con argilla cotta in fornaci o, anticamente, essiccata al sole. Dal latino later mattone, l’appellativo laterano di numerosi edifici romani (es. Palazzo del Laterano) significa fatto di mattoni, sebbene tragga in verità origine dalle proprietà della gens laterani, nobile famiglia romana.

Processo formativo

La materia prima del laterizio è l’argilla (caolinite nella forma più pura), l’impasto è costituito in prevalenza da argille meno pure e numerosi altri costituenti quali carbonato di calcio (<12%), silice, allumina, sabbie, materiali organici; la loro diversa composizione determina le caratteristiche del materiale, quali lavorabilità, resistenza meccanica, colore e plasticità. Sono possibili diverse lavorazioni e processi produttivi in funzione delle numerosi possibilità del prodotto finale. La materia prima viene estratta, in seguito trattata per averla priva di impurità e corretta chimicamente per ottenere il giusto grado per la cottura ed evitare impasti troppo plastici o con eccessivi ritiri. La modellatura del prodotto (formatura) avviene con macchine a trafila per la produzione di elementi per pareti (mattoni pieni o forati, pignatte, tavelloni, etc), con macchine a stampo per la produzione di elementi per chiusure orizzontali e rivestimenti (tegole, pezzi speciali ecc.); i laterizi modellati vengono poi essiccati all’aria o in essicatoi che, ove possibile, recuperano il calore dei forni di cottura; il processo di essiccamento è lento per evitare fessurazioni. La cottura chiude il processo produttivo, viene eseguita a temperature molte elevate (1000°C) in forni a tunnel: gallerie rettilinee lungo le quali il materiale in movimento raggiunge progressivamente la massima temperatura per poi, terminata la cottura, iniziare il processo di raffreddamento. Completata la cottura, i laterizi vengono stoccati e predisposti per essere trasportati in cantiere ed essere utilizzati per la costruzione.

Tecnologia

Il laterizio è un elemento tecnico utilizzato per chiusure verticali (muratura), orizzontali (solai) e per rivestimenti (cortina).
Il laterizio per le chiusure verticali, o laterizio da muro, appartiene alla famiglia dei prodotti che comprendono dal mattone (con volume minore di 5500 cm3) ai blocchi, (volume maggiore di 5500 cm3), entrambi i prodotti a loro volta classificati in funzione della percentuale di foratura (pieno, semipieno, forato). I laterizi, dal punto di vista funzionale possono essere distinti a seconda dell’impiego: per struttura portante e di tamponatura.

I mattoni pieni sono i primi elementi in laterizio usati per le strutture portanti; a forma di parallelepipedo, hanno dimensione 5,5x12x25, codificata dalla norma UNI sin dal 1965, tuttavia i formati variano da regione a regione, prendendone il nome (mattone lombardo, bolognese ecc.). Tra i mattoni pieni si annoverano anche i mattoni con percentuale minima di foratura (inferiore al 15%); mentre i semipieni, si a mattoni sia blocchi, vengono definiti per percentuali tra il 15% e il 45%, e i forati con percentuale maggiore del 55%, entrambi classificati dalla norma UNI 8942 del 1986. Dimensione e forma dei mattoni e dei blocchi variano in funzione della produzione e dell’impiego finale.

Oltre i prodotti classici in laterizio si citano tra le recenti produzioni i mattoni rettificati, per la posa con precisione in modo che le scanalature laterali lascino spazio per eventuali ferri d’armatura e i blocchi in laterizio alveolare, finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche dell’involucro edilizio. I blocchi alveolari sono realizzati modificando l’impasto di base del laterizio con materiali in micro granuli combustibili che, a seguito della fase di cottura, lasciano delle micro porosità nell’argilla. Tale struttura diviene tipica di un prodotto che rispetto al laterizio ha una ridotta resistenza meccanica ma un maggiore potere termoisolante, ulteriormente incrementato nei blocchi alveolari con superfici scanalate che consentono giunti in malta discontinui e, conseguentemente, un comportamento termico della tamponatura più omogenea. Sono impiegati per realizzare chiusure monostrato, e la forma, spesso a incastro, è pensata appositamente per velocizzare la posa e la realizzazione delle tamponature. A oggi la produzione dei blocchi si è orientata verso prodotti di questo genere che pesino massimo 14 kg a unità e possano essere forati al centro, entrambe condizioni che ottimizzano la maneggiabilità del prodotto.

I laterizi per le chiusure verticali danno origine inoltre a elementi tecnici innovativi se associati ad altri materiali, come i tavelloni gessati la cui anima tradizionalmente in laterizio è foderata da uno strato di gesso sagomato che ne facilita l’incastro e conseguentemente la velocità di realizzazione delle pareti divisorie.
Meno utilizzati per strutture verticali e maggiormente per le chiusure orizzontali sono gli elementi come le tavelle e i tavelloni, etichettatura che definisce prodotti nei quali due dimensioni sono prevalenti rispetto alla terza (in genere lo spessore); le tavelle sono prodotti larghi 25 cm e spessi 3 cm, la lunghezza può essere in genere variabile.

La famiglia dei laterizi per le chiusure orizzontali comprende sia gli elementi che vengono utilizzati per la realizzazione delle strutture portanti dei solai (blocchi per solai, tavelloni ecc.), sia gli elementi per il rivestimento della copertura (coppi, tegole ecc.). I blocchi per i solai, comunemente detti pignatte, sono a foratura elevata, maggiore del 65%, di grande dimensione, la cui altezza collabora a determinare lo spessore della struttura portante del solaio. Tali blocchi sono disposti nei comuni solai in latero-cemento in alternanza con travetti in ferro. Invece i tavelloni, sempre meno usati, erano impiegati nei solai realizzati con struttura in profili d’acciaio a doppio T.

I prodotti per i rivestimenti sono i coppi, a sezione tonda e nel tipo più comune a forma tronco-tonica, le tegole, a sezione piana e nel tipo più comune a forma trapezoidale (embrici), i pezzi speciali e di raccordo. Le coperture dei tetti a falde sono spesso realizzati da una alternanza di coppi e tegole.

Numerosi prodotti nascono per la faccia a vista, quali pezzi speciali, decori, i sistemi di rivestimento per facciate ventilate. Ciò che caratterizza la faccia a vista sono la disposizione e l’aspetto dei laterizi; la regolarità del singolo elemento diviene meno importante rispetto ai mattoni, blocchi e tutti gli altri elementi che richiedono precisione costruttiva per la realizzazione di strutture portanti verticali o solai.

Il laterizio ha in sé la vocazione di essere elemento di apparecchiature murarie, la giacitura e il tipo di aggregazione caratterizzano l’estetica della muratura in mattoni sin dagli opus di epoca romana. Il laterizio è un materiale da costruzione che, al suo antico ruolo di rappresentare la solidità delle murature e ai vantaggi della sua modularità, ha oggi sommato il raggiungimento di nuove prestazioni per la qualità energetico-ambientale dell’involucro, imprescindibili per valorizzare il materiale nella quotidianità costruttiva.

Bibliografia

AA.VV., I materiali tradizionali. Quaderni del Manuale di Progettazione Edilizia, Hoepli, Milano, 2008; AA. VV., De Angelis E. (a cura), Laterizi di grande formato, UTET, Torino, 2007;  AA.VV., Muratura, UTET, Torino, 2003;  AA.VV., Atlante della Muratura, UTET, Torino, 1998; Acocella A., L’architettura del mattone faccia a vista, Laterconsult, Roma, 1994.

Copyright © - Riproduzione riservata
Laterizio (tecnologia)

www.Wikitecnica.com