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Nubiana, architettura

Abu Simbel, Nubia, facciata del tempio rupestre di Nefertari, XIII sec. a.C.
Abu Simbel, Nubia, facciata del tempio rupestre di Nefertari, XIII sec. a.C.

Definizione

La Nubia è la regione della valle del Nilo che si estende a Sud dell’Egitto da Aswan fino a Khartoum in Sudan. Nella regione, che subì profondamente l’influenza della civiltà egizia, fiorirono diverse culture già a partire dal 10.000 a.C. circa, di cui restano esigue tracce (soprattutto nella città di Kerma).

Periodo di influenza egizia

La presenza egizia in Nubia risale all’Antico Regno, a cui si data la fortezza di Buhen. Nel Medio Regno, gli egizi estesero la propria influenza in bassa Nubia, con nuove fortificazioni fino alla II cataratta del Nilo. Il dominio egizio si estese ulteriormente durante il Nuovo Regno, in cui nuovi templi e insediamenti (il maggiore è Soleb) sorsero fino alla IV cataratta. Le tombe reali nubiane sono simili a quelle egizie con camera sormontata da una piccola piramide. Analoga influenza mostrano i templi, a impianto semplice (cella con portico e cortile) e spesso scavati nella roccia come i due templi di Ramesse II e Nefertari ad Abu Simbel. Dell’architettura di Ramesse II ricordiamo anche il tempio di Wadi el-Sebua, su terrazza, con corridoio d’accesso fiancheggiato da sfingi, pylon, cortile e sala ipostila con accesso alle celle.

Periodo di Kush

Dall’inizio del I millennio a.C. si delineano in Nubia i caratteri della cultura Kush, modellata su quella egizia, le cui capitali furono Napata (1075 – 300 a.C. circa) e Meroë (300 a.C. – 360 d.C.).
I principali resti napatei includono templi di Amon-Ra (Qasr Ibrim, Kawa, ecc.) eretti dai re della XXV dinastia (che regnarono su Nubia ed Egitto) e le sepolture reali dei cimiteri di el-Kurru e Nuri. Tali tombe riprendono i caratteri egizi, con camera sepolcrale e piramide superiore. Della più tarda cultura meroitica restano tombe simili a quelle di Napata e templi a una o più celle provviste di pylon e portico (Massawwarat el-Sufra, Basa, ecc.). Nella città di Meroë vi sono inoltre palazzi datati dal I sec. a.C. (il ‘santuario acquatico’ e l’edificio a esedra) al I d.C.
La cultura locale sopravvisse in bassa Nubia alla fine del regno Kush, e costituì nel V secolo il regno di Nobatia, di cui ricordiamo la fortezza di Qasr Ibrim.

Periodo cristiano

Dal VI al XV sec. oltre 100 chiese cristiane vennero erette in Nubia. Tra le prime, la Chiesa Vecchia a Qasr Ibrim e quella dei Pavimenti di Pietra a Old Dongola (a cinque navate), e la Chiesa Vecchia ad Old Dongola e la cattedrale di Faras (a tre navate). A partire dal IX sec. si affermano due tipi: quello a pianta basilicale con volta (Dayr Abu Hadri), e quello a pianta centrale (Nuri, Faras, Aksha), talvolta declinata nell’impianto a croce.

Periodo islamico e coloniale

Iniziata nel 1505 con il sultanato Funj, la fase islamica produsse architetture in mattone crudo di cui non resta pressoché nulla. È solo dopo la conquista turco-egiziana del 1821 che ricompaiono il mattone cotto e le strutture arcuate, protagoniste dello stile coloniale. Ripresa nel 1885 dai califfi (che distrussero Khartoum e gli altri insediamenti provinciali e fondarono Omdurman), la Nubia fu, infine, riconquistata dagli Inglesi nel 1898.

Bibliografia

Godlewski W., Nubian Christian Architecture, in «Zeitschrift für Ägyptische Sprache und Altertumskunde», CVIII, 1981, pp. 33-48;
Holt P.M., A Modern History of the Sudan, from the Funj Sutanate to the Present Day, London, 1961; Wenig S. (a cura), Africa in Antiquity: the Arts of Ancient Nubia and the Sudan, New York, 1978.

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