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Raumplan

Praga, Casa Müller, Adolf Loos, 1928/30.
Praga, Casa Müller, Adolf Loos, 1928/30.

Definizione – Etimologia

Letteralmente, “progetto di spazio”, è il termine tedesco comunemente usato per descrivere i principi compositivi basati sull’incastro di volumi di dimensioni diverse e piani a diverse altezze, utilizzati inizialmente nei progetti di abitazioni da Adolf Loos e divenuti comuni in molte opere del Movimento moderno.

Generalità

Alcune realizzazioni di Loos, dalla villa Rufer alla villa Müller, sono riconducibili ad un assetto organizzativo che rimane costante nel tempo, malgrado differenze sia tipologiche che dimensionali. Questo aspetto, legato al tema del Raumplan, deriva dalla interpretazione di Adolf Loos del tema abitativo secondo due distinte coordinate: una riferita allo spazio interno, l’altra a quello urbano inteso come spazio naturale di appartenenza di qualsiasi architettura, sia essa casa, villa o edificio comunque dato.

L’abitazione, in generale, e quella monofamiliare in particolare rappresentano una complessità di azioni e di interrelazioni che l’architettura è chiamata a esprimere e a celebrare: stare, sostare, mangiare, conversare, riposare e dormire. Queste funzioni richiedono una spazialità articolata, empaticamente partecipe della vita e dei rituali che in essa si svolgono. Pertanto, per Adolf Loos, lo spazio domestico è uno spazio non uniforme: il suo interno è caratterizzato da quote sfalsate del piano di calpestio e da altezze differenziate dei diversi vani, in modo da mettere in sequenza, come in una promenade, i diversi volumi abitativi costituiti dall’ingresso, dal soggiorno, dal pranzo, dalle camere e dai servizi. La sezione rappresenta l’elemento primario di ideazione e di controllo dei suoi principali ambienti spaziali: dislivelli, scale, doppie altezze, terrazze e coperture.

Se l’interno è lo spazio privato per eccellenza, il volume che lo contiene e che si mostra all’esterno attraverso il dispositivo di finestre, facciate e balconi, rappresenta, invece, lo spazio pubblico. L’abitazione riveste così, per Loos, una doppia identità. Una privata, come luogo dell’intimità domestica e come spazio racchiuso che preserva le abitudini e i gesti dei suoi abitanti; un’altra pubblica in quanto volume che, in collaborazione con le altre architetture, concorre alla forma della città e alla definizione dei suoi spazi collettivi. Questo conflitto pubblico/privato trova soluzione nell’occultamento, all’esterno, dello spazio interno. La ricca articolazione dell’interno viene nascosta nella rigida organizzazione delle volumetrie e delle facciate esterne che seguono un registro compositivo severo ed essenziale.

Dopo Loos, l’idea del Raumplan come dialettica tra esterno ed interno trova, negli anni successivi, diverse interpretazioni: da quelle immediatamente successive, date dal Movimento moderno, fino a quelle contemporanee.

Le Courbusier riprenderà il tema del Raumplan negli spazi a doppia altezza delle sue abitazioni, da quelle individuali a quelle collettive, subordinando la composizione dell’esterno alla organizzazione dell’interno, secondo il principio per cui “la forma segue la funzione”.

Copenhagen, Concert Hall, Jean Nouvel, 2009.

Copenhagen, Concert Hall, Jean Nouvel, 2009.

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