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Rettifilo (rettilineo)

Roma, tratto di via del Babuino, antica via Clementina, dal 1523.
Roma, tratto di via del Babuino, antica via Clementina, dal 1523.

Definizione-Etimologia

Vocabolo composto dai termini “retto” e “filo”, nel significato di “rettilineo” è voce riconducibile all’aggettivo latino rēctu(m). Denota una strada diritta di significativa estensione o un segmento di percorso stradale a sviluppo assiale, generalmente disposti in piano. Termine utilizzato nelle antiche strade consolari romane con tragitto in prevalenza rettilineo, può indicare anche il risultato di un intervento urbano di rettifica di un asse viario preesistente (anche solo in parte).

Derivazione

Il rettifilo talvolta può sovrapporsi al tessuto viario di tipo medievale, strutturato da strade curve in aree densamente popolate. È nel XVI secolo, a Roma, che compaiono due modelli: i lunghi rettifili laterali a via Lata che compongono l’archetipo del tridente romano, la via Leonina (dal 1513, oggi via di Ripetta,) e la via Clementina (dal 1523, oggi via del Babuino) che collegano l’ingresso a nord della città con i nodi centrali. A Napoli il viceré don Pedro de Toledo traccia il rettifilo che porterà il suo nome, la via Toledo (dal 1536), per un duplice uso militare e cerimoniale. A Palermo, il Senato decide di procedere alla rettifica e al prolungamento della strada del Cassaro, aprendo così la via Toledo (dal 1567) che, prendendo origine da una porta, attraversa la città, da ovest ad est, in tutta la sua lunghezza. Nel Seicento, a Roma, la strada Nuova (o via Larga) dei padri Filippini traccia un taglio obliquo nel tessuto abitativo medievale al fine di ottenere una immagine frontale della loro chiesa e S. Maria in Vallicella ne diviene il fondale.
Ma è l’Ottocento il secolo che vede il diffondersi dell’uso del rettifilo nelle città strategicamente più importanti, come atto politico decisivo e di propaganda del potere assoluto nei riguardi della cittadinanza e dei suoi ordinamenti. A Parigi, Napoleone III con il prefetto Georges-Eugène Hausmann, in sinergia con gli interessi degli imprenditori edili, compiono un radicale rinnovamento urbano attraverso un uso diffuso del rettifilo attuato mediante sventramenti e ricostruzioni e consentito dalla normativa sull’esproprio per pubblica utilità. Andranno persi interi brani di città dietro le motivazioni di problemi igienici e di sicurezza pubblica. Vengono tracciati i rettifili di Avenue de l’Opera, Boulevard Sebastopol, Rue de Rivoli, Rue de Turbigo, nonché tutti quelli che si dipartono da Place de l’Etoile e da Place de la Bastille.
Sull’esempio parigino, dopo l’epidemia di colera e con le stesse implicazioni politiche, a Napoli è tracciato Corso Umberto I (dal 1894), percorso di attraversamento preferenziale della città. Parallelo alla costa, esso congiunge la stazione con il nucleo urbano: è il rettifilo per antonomasia tanto che il termine ne sostituisce comunemente il nome. Coevo è il tracciato del rettifilo di Palermo, la via Roma (dal 1895).

Bibliografia

Casamento A., La rettifica della strada del Cassaro a Palermo. Una esemplare realizzazione urbanistica nell’Europa del Cinquecento, Palermo, 2000; Guidoni E., Storia dell’urbanistica. Il Cinquecento, Roma-Bari, 1991, pp. 204-208, 323-334; Sica P., Storia dell’Urbanistica. L’Ottocento, Bari, 1977.

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