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Scarpa

G. Castriotto, Strumento per misurare l'angolo di scarpa delle mura (da G. Maggi, G. Castriotto, Della fortificatione delle città , Venezia 1583, f. 39v).
G. Castriotto, Strumento per misurare l'angolo di scarpa delle mura (da G. Maggi, G. Castriotto, Della fortificatione delle città , Venezia 1583, f. 39v).

Definizione – Etimologia

Con riferimento all’architettura, il termine, derivato dalla radice germanica skar-, skarp– (tagliare, incidere), da cui il tedesco medievale scharf e l’anglosassone scearp (acuto, tagliente), indica l’andamento inclinato della superficie esterna di una struttura muraria, di un terrapieno o della parete di uno scavo, espresso dall’angolo di scarpa. In particolare, nel campo dell’architettura militare, a cui il termine è strettamente correlato, esso si riferisce ai paramenti inclinati che caratterizzano, già a partire dalla metà del XIV secolo ma con sempre maggiore intensità e diffusione dalla metà di quello successivo, dapprima torri e rivellini, quindi, con lo sviluppo della cosiddetta fortificazione alla moderna, bastioni e cortine terrapianate.

Derivaizone – Processo formativo

A partire dall’ultimo quarto del Quattrocento, con il diffondersi e il conseguente perfezionarsi dell’artiglieria, contraddistinta, quella pesante (o reale), da una sempre maggiore capacità d’offesa, il ricorso alla scarpa diviene un punto imprescindibile nella progettazione delle difese.

Se in una prima fase la scarpa caratterizza solo la parte basamentale delle strutture difensive tardomedievali, introdotta al fine di rafforzarne la stabilità statica e di ridurne le possibilità di scalata – sarebbe stato così ancora nelle più tarde fortificazioni di Francesco Di Giorgio Martini – è con l’introduzione delle strutture terrapianate, nella prima età moderna, che essa contraddistingue pressoché per intero il loro sviluppo in altezza. In taluni casi anche vecchie e ormai obsolete mura medievali sono oggetto di interventi di ammodernamento tesi a dotarle, assieme ad altri dispositivi, anche di fronti scarpati, ricorrendo a espedienti costruttivi quali, ad esempio, quelli suggeriti a tale scopo da Galeazzo Alessi nel suo Trattato.

É, infatti, con lo sviluppo della trattatistica militare che viene formulata una serie di proposte alternative circa la configurazione della scarpa, tanto che nei trattati cinquecenteschi, da Maggi e Castriotto a Bellucci, da Cataneo a Cristóbal de Rojas, un capitolo viene spesso dedicato all’argomento. Sorge così un vivace dibattito teorico tra ingegneri militari, diffuso attraverso i testi a stampa, riguardo non solo all’angolo ottimale da conferire alle murature (“si darà conveniente et ragionevole scarpa”; P. Cataneo, Architettura, I, XVIII), ma anche all’opportunità o meno di prolungarne l’andamento inclinato oltre il cordone, scarpando in tal modo il parapetto, nonchè di configurare a scarpa pure la parete interna delle cortine.

Sempre nei trattati trovano spazio le raffigurazioni degli strumenti impiegati sia per la misurazione dell’angolo di scarpa nelle fortificazioni esistenti, come quello realizzato proprio da Castriotto per Enrico II di Francia,sia per la determinazione dell’inclinazione dei paramenti da costruire, nonchè delle modalità con cui, attraverso sistemi di corde o lenze assicurate a pertiche (regoli) infisse al suolo, fornire alle squadre di muratori e manovali la traccia a scala reale della sezione delle murature scarpate da realizzare. Tali strumenti, realizzati in legno o in metallo e sempre caratterizzati dalla presenza di un filo a piombo, rimangono in uso per lungo tempo nella pratica del cantiere delle fortificazioni: ad esempio, in ambiente francofono, uno di questi, denominato espressamente escarpe, ancora sul finire del XVII secolo viene ricordato nel suo trattato da Allain Manesson Mallet che al suo uso dedica pure una tavola.

Bibliografia

Coppa A. e Galeazzo A., Trattato di fortificazione, Milano, 1999, pp. 67-68, 83-84; Lamberini D., Il Sanmarino. Giovanni Battista Belluzzi architetto militare e trattatista del Cinquecento, vol. II, Firenze, 2007, pp. 346-351; Maggi G., Castriotto G., Della fortificatione delle città di M. Girolamo Maggi, e del Capitan Iacomo Castriotto…, Venezia, 1583, r.a. Roma, 1982, ff. 38r-40v; Manesson Mallet A., Les Travaux de Mars ou l’art de la guerre, Paris, 1672.

Uso dell'escarpe nella costruzione di un bastione (da A. Manesson Mallet, Les Travaux de Mars ou l'art de la guerre, t. II, Paris, 1672, p. 329, dett.)

Uso dell’escarpe nella costruzione di un bastione (da A. Manesson Mallet, Les Travaux de Mars ou l’art de la guerre, t. II, Paris, 1672, p. 329, dett.)

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