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Ventilazione naturale

La ventilazione sia naturale che artificiale è impiegata in architettura nel processo di ricambio dell’aria degli spazi confinati, finalizzato al miglioramento e controllo della qualità dell’aria e al raggiungimento del comfort termo-igrometrico degli abitanti. La ventilazione naturale è ottenuta facendo uso delle naturali differenze di pressione che circondano un edificio, causate dal vento e dall’effetto camino. 
La ventilazione naturale è funzione di tre fenomeni climatici: la velocità del vento, la direzione del vento e la differenza di temperatura. La direzione del vento e la sua velocità, che variano da luogo a luogo su base giornaliera e/o stagionale, realizzano attorno all’edificio un campo di pressione (sovrappressione sul lato controvento e depressione sul lato opposto). 
Le differenze di pressione tra i due lati possono essere utilizzate per indurre una buona ventilazione all’interno dell’edificio. 
Le differenze di temperatura tra interno ed esterno e tra ambienti diversi dell’edificio, che sono legate al fenomeno fisico che vede realizzarsi con l’aumento della temperatura la diminuzione della densità dell’aria con il consequenziale aumento di volume dell’aria, danno luogo a differenze di pressione e ai derivanti a movimenti dell’aria. 
La modalità di ventilazione degli ambienti interni, a sua volta, è funzione di tre fattori:

  1. la tipologia e la posizione delle aperture esterne dell’edificio;
  2. la disposizione e la morfologia dell’edificio rispetto al contesto esterno;
  3. la morfologia interna dell’edificio.

Un sistema bioclimatico che sfrutta la ventilazione naturale dovrebbe essere progettato per indurre e ottimizzare i flussi di aria interna all’edifico, evitando condizioni in cui due flussi si annullino l’un con l’altro e cercando di mantenere un andamento del flusso rettilineo.

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