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Via (strada)

Roma, Via Giulia, primo ventennio del XVI sec.
Roma, Via Giulia, primo ventennio del XVI sec.

Definizione – Etimologia

Dal latino vĭa(m), è vocabolo italico di radice indoeuropea con il significato di strada a carattere prevalentemente urbano e di spazio, per lo più di uso pubblico, transitabile da persone, animali e mezzi di trasporto. Analogo al termine vehěre (trasportare), è abitualmente adoperato come toponimo urbano, mentre ha accezione di percorso ad ampia comunicazione nelle strade consolari romane quando precisate dal nome proprio (Via Cassia). In astratto definisce un tracciato naturale o un varco, anche non approntato dall’uomo.
Sono termini correlati: strada, manufatto viario lastricato, da strata viarum (pavimentazioni stradali delle vie principali); vicolo, via urbana di esigue misure; corso, tracciato urbano regolare per lo più a sezione costante di una certa ampiezza.

Generalità

In campo urbanistico il termine definisce uno spazio di percorrenza con una misura prevalentemente allungata, delineato con intenzionalità costruttiva da parte dell’uomo. La via, già utilizzata in epoca preistorica come percorso di transito, è ampliata nella sua sede nelle città dell’antica Grecia al fine di facilitare il flusso commerciale; la via cerimoniale segue il monumentale modello della via sacra babilonese o egiziana.
In età romana le vie a grande percorrenza costituiscono la maglia portante della struttura del territorio e della città, dotate di una propria legislazione, la lex viaria.
In età altomedievale la via diviene un mezzo per amministrare e sorvegliare il territorio: rigidamente classificata, ha terminologia appropriata a ogni funzione con caratteri e dimensioni dettagliate che ne permettono la gerarchizzazione in base all’ampiezza; lungo il suo percorso si svolgono attività della vita pubblica e vi si localizzeranno i mercati fino al XII sec. Sono da ricordare: via pubblica, ogni via principale; via regia, con dimensioni che permettono il passaggio di due carri accostati; via militaris, con ruolo militare e commerciale; via vicinalis che si inserisce sulla via principale. Da evidenziare le via di pellegrinaggio verso Roma e altre mete religiose, tra le quali la Via Francigena.
Oltre ai percorsi terrestri, in età medievale si intensifica l’uso di vie d’acqua, veri e propri tragitti con funzione prevalentemente commerciale.
Nel tardo Medioevo la via recta ha il significato simbolico di rettitudine morale prima di assumere una puntuale accezione tecnica in periodo rinascimentale quando la notevole attenzione per l’architettura militare e per le teorizzazioni sulla città ideale sono all’origine della geometrizzazione dei tracciati.
Con il modello del tridente nella Roma cinquecentesca le vie divengono i principali strumenti dell’innovazione urbanistica collegando l’ingresso principale alla città con elementi nodali del centro e, con il piano di Sisto V, connettendo tra loro edifici monumentali e rappresentativi. Nel Sei-Settecento le vie si connotano sempre più per una ricerca prospettica che mutua dal teatro soluzioni scenografiche. Dopo la Rivoluzione Industriale la loro progettazione sarà assoggettata al concetto di risanamento urbanistico e di riordino degli spazi sociali.

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