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Le diverse forme della base ionica. (Elaborazione grafica da Rocco, 2003).
Le diverse forme della base ionica. (Elaborazione grafica da Rocco, 2003).

Definizione – Etimologia

In greco σπεῖρα, in latino spira, letteralmente “spira, spirale”. Vitruvio (III, 5, 3, I) identifica la spira nella base. 
Assente nell’ordine dorico, in quello ionico costituisce il primo dei tre elementi (base, fusto, capitello) dell’apparato verticale portante (colonna, pilastro, anta), funzionale all’ampliamento della superficie d’appoggio sullo stilobate. 
La base di colonna si presenta in ambito ionico con diverse varianti legate a specifici ambiti geografici e storici. Le principali sono: base ionico-attica, base ionico-asiatica o efesina base samia, base cicladica, base libera o peloponnesiaca, base a toro, base composita, base attica. 

Generalità e tipologie

Trae il nome, secondo Vitruvio (III, 5, 2), dall’area geografica in cui nasce. È caratterizzata dalla successione di tre elementi: toro inferiore, scozia, bordata da due sottili listelli, toro superiore, contraddistinto dal primo per le minori dimensioni e, talvolta, per la presenza di decorazioni. Può prevedere anche la presenza di un plinto inferiore (tempio di Artemide in Magnesia al Meandro). La diffusione in area asiatica della base attica si attribuisce all’architetto Hermogenes. 
In base al profilo della scozia, può essere ulteriormente suddivisa in: greca, ellenistico-italica o romana. 
Nella prima il listello che borda superiormente la scozia è tangente o esterno al profilo del toro superiore, creando una marcata incisione. Nelle tipologie ellenistico-italica e romana, diffuse in età imperiale, invece, il listello è notevolmente rientrato, evidenziando il forte aggetto del toro superiore, talvolta completamente sporgente rispetto alla scozia. 
La base ionico-asiatica prevede quasi sempre la presenza di un plinto alla base che dal IV sec. a.C., diviene canonico; seguono due scozie di uguale dimensione, separate da coppie di tondini, e un toro, generalmente scanalato o decorato con un motivo a treccia (Mausoleo di Alicarnasso; Artemision arcaico di Efeso da cui il nome di “efesina”). 
La base samia è articolata in un’alta scozia scanalata, sormontata da un toro pure scanalato dal profilo arcaico a semicerchio con centro ribassato, simile ad un ovolo rovesciato (Tempio di Policrate, Samos). 
La base cicladica collocabile all’inizio del VII sec. a.C., è caratterizzata da un elemento cilindrico o tronco-conico di altezza considerevole, sormontato da un toro liscio (tempio di Dionysos ad Iria, Naxos).
La base libera, o peloponnesiaca, presente già alla fine del V sec a.C., è diffusa prevalentemente nel Peloponneso. È costituita dalla libera successione di cavetti di diverse dimensioni, sormontati da un toro. L’ordine architettonico della cella del tempio di Apollo Epikourios a Bassae ne testimonia l’originale sviluppo identificandola quale tipologia locale dell’ordine ionico. 
La particolare congruenza riscontrata con le basi di Pella e dell’Arsinoeion di Samotracia attesterebbe la diffusione della base libera anche al di fuori del Peloponneso, in Macedonia, in Asia Minore e in Magna Grecia. 
La base a toro si può riscontrare nella forma di un semplice toro, talvolta associato a fusti ionici, in Asia Minore (III-II sec. a.C.) e nell’architettura laziale di età tardo-ellenistica (tempio di Ercole a Cori). 
La base composita combina il doppio toro della base attica con la doppia scozia propria della base asiatica, spesso in associazione con i capitelli corinzio e composito.

Bibliografia

Gruben G., Lambrinoudakis W., Das neuentdeckte Heiligtum von Iria auf Naxos, in «Archäologischer Anzeiger», 1987, pp. 569-621; Rocco G., Guida alla lettura degli ordini architettonici antichi, II, Lo ionico, Napoli, 2003; Ward Perkins J.B., Strong D.E., The temple of Castor in the Forum Romanum, in «Papers of the British School at Rome», 30, 1962, pp. 1-30.

 

 

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