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Broletto

Diminutivo di brolo, deriva dal sostantivo medievale broilus e dal latino tardo brogĭlus, di origine celtica (in gallico-celtico broga regione, confine).

Novara, Broletto.
Novara, Broletto.

Definizione – Etimologia

Diminutivo di brolo, deriva dal sostantivo medievale broilus e dal latino tardo brogĭlus, di origine celtica (in gallico-celtico broga regione, confine). Vocabolo anticamente diffuso nella regione padana e in Toscana dove indicava un luogo coltivato recintato, brolo in dialetto lombardo è l’orto.
Il termine è diffuso anche nel Veneto, dove indica l’orto dietro casa. Dal XII secolo per brolo si intende la piazza del mercato delle erbe con il relativo edificio. Il termine brolo è usato per identificare il palazzo comunale forse per la prima volta a Milano. Sono termini correlati: arengo, parola di origine germanica che originariamente indicava l’assemblea militare e più in generale l’assemblea del popolo; e communis, vocabolo latino usato per indicare l’unità degli abitanti del municipio e che, come aggettivo, distingueva ciò che era municipale (communis) da ciò che era statale (pubblicum).
Dal V secolo communitas, communis sono vocaboli utilizzati per indicare le adunanze della collettività. Il vocabolo rimane in uso fino al XII secolo quando con comune si intenderà la comunità civile di un abitato autonomamente amministrato. Il brolo è analogo alla Rathaus di area germanica, simile nell’articolazione dello spazio ma con alcune varianze strutturali dettate dal clima. Tipica è la protezione dell’ingresso e della scala che conduce alla sala delle adunanze spesso coperta, altre volte racchiusa in una struttura lignea o muraria finestrata. Il tetto a timpano generalmente affacciato sulla strada principale o sulla piazza sovrasta più frequentemente l’ingresso principale.

Derivazione – Processo formativo

Come costruzione in cui si svolge l’azione del Comune, il brolo si sviluppa, come tipo edilizio, tra il X e il XII secolo nei feudi del Regno d’Italia soggetti all’Impero germanico. Nelle prime forme prototipe la communitas communis si svolge in case o luoghi analoghi concessi dal vescovo ai rappresentanti della comunità, all’uopo utilizzate e poi organizzate per la gestione delle contese locali.
La morfologia del brolo, definito in questo primo periodo ancora con commune consilium, è caratterizzata dalla semplice giustapposizione di case mercantili con loggia sulla strada o sulla piazza del mercato principale. In origine il “palazzo” si affaccia usualmente sul luogo del pubblico mercato, talvolta fondendosi con lo spazio del brolo, in qualche caso recintato da un muro perimetrale o perimetrato da costruzioni connesse al mercato (come a Brescia e a Novara). Il brolo sin dal periodo tardoantico continua, infatti e in molti casi, a collocarsi sullo spazio del Foro di età romana (a Lucca, Curtis regia; a Verona, Domus mercatorum). Il brolo svolge la funzione dell’aula regia romana e tardoantica come luogo di rappresentanza e per pubbliche udienze.
A Milano il brolo vecchio, una domus solarata consulatus civium, composta da un grande vano su piano terra porticato, è menzionata a fianco della cattedrale di Santa Balbina già nell’anno 1097 (in consolatu civium, prope ecclesiam Sancte Marie). Il brolo rappresenta il cuore dell’autonomia comunale, originata dalle tensioni centrifughe esplose fra i secoli XI e XII. Con la pace di Costanza (1176), il brolo acquista nuova importanza per l’inserimento dei Comuni nell’articolazione politica e amministrativa dell’Impero.
Dal XII secolo il brolo viene menzionato come palazzo comunale e ne vengono definiti precisamente il carattere e la morfologia. Il piano terra a portico, destinato negli statuti alle corporazioni più influenti e ricche, per la vendita delle mercanzie, mentre il piano superiore con un grande vano, che spesso rifonde lo spazio in più vani di una dimora mercantile, accoglie il luogo del Consiglio. Ha funzioni analoghe a quelle della basilica romana. Esternamente l’edificio mostra un carattere differente nelle apparecchiature murarie: un basamento talvolta composto da conci di pietra isodomica apparecchiata per filari regolari e un piano loggiato con apparecchiature dal taglio differente, quindi nei nodi strutturali (finestre, porte e angoli) mostre con conci adeguati al funzionamento murario della struttura. Tra gli edifici più antichi (X-XII secolo) si ricordano il Broletto di Novara, il Palazzo della Ragione di Verona, il Broletto di Brescia, di Como, di Bergamo e il Broletto Nuovo di Milano.

Bibliografia

Baldini Lippolis I., L’architettura residenziale nelle città tardoantiche, Roma, 2005; Bocchi F., La città medievale italiana, Firenze, 1973; Haupt A. (a cura), Architettura dei palazzi dell’Italia settentrionale e della Toscana dal sec. XIII al sec. XVII, Milano, 1930, 1932; Hubert H.W., La nascita e lo sviluppo architettonico del Palazzo del Comune di Bologna fra potere comunale e potere papale, in Bottino C., Il palazzo comunale di Bologna, Bologna, 1999; Lazanio G., Viglio A., Il Broletto di Novara e il suo restauro, Novara, 1930; Mazzei F., Del Palazzo del Podesta in Firenze e del suo recente restauro, Firenze, 1869; Piovanelli G.C., Il Palazzo del Broletto nella storia, Brescia, 1975; Stiel D., Das Deutsche Rathaus im Mittelalter, Leipzig, 1905.

 

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