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Cellula

Le possibili utilizzazioni della cellula nell'esempio della casa a schiera.
Le possibili utilizzazioni della cellula nell'esempio della casa a schiera.

Definizione – Etimologia

Diminutivo del temine latino cella, indicava nel significato originario una stanza della casa a destinazione speciale come tinaia o dispensa, ma anche il luogo del tempio dove era conservata l’immagine della divinità.

In architettura identifica uno spazio unitario che, aggregato, può conformare organismi complessi per iterazione di cellule di dimensioni paritetiche e/o diversificate per aderire a caratteri, a ruoli e a posizioni specifiche nella composizione complessiva di un edificio.

Processo formativo

Negli studi tipomorfologici l’analisi a ritroso dello sviluppo processuale dell’edilizia residenziale identifica la cellula come matrice originaria elementare, come prima costruzione identificabile con l’accezione di casa. La cellula rappresenta, infatti, lo spazio coperto e chiuso capace di contenere tutte le principali funzioni abitative – dormire, cucinare i cibi,  conservare i prodotti deperibili – e che si consolida nel tempo in una superficie quadrangolare di circa 5/6 x 5/6 m di lato. Questa unità strutturale e distributiva, di area pari a 25/36 mq, variabile a seconda delle diverse aree culturali, è la componente compositiva di ogni edificio successivo alla casa monocellulare nel processo di specializzazione generato dall’esigenza di far corrispondere un vano specifico a ogni funzione abitativa (camere, cucina, soggiorno, bagno ecc.).

Per questa ragione gli edifici residenziali tenderanno a contenere più cellule per ricavarne al loro interno i vani necessari alle diverse specializzazioni che lo sviluppo civile richiede in quel luogo e in quel momento. Inoltre la specializzazione dei vani abitativi varia per cicli temporali differenziati in quanto, corrispondendo alle esigenze espresse dall’uomo, dipende dall’uso specifico che viene fatto della casa: si confronti, ad esempio, la pletora di ambienti fortemente specializzati tipici della grande casa borghese ottocentesca con i vani multifunzionali dei ridotti alloggi contemporanei.

Distribuzione e struttura

L’unità distributiva rappresentata dalla cellula nel corso delle successive trasformazioni conserva anche altre caratteristiche di quella originaria, come la presenza di una coppia di finestre sul lato esterno e l’accesso di norma nella parete opposta a quella aeroilluminante. In questo modo la cellula può essere utilizzata in vani subcellulari di dimensione corrispondente alla diversa destinazione d’uso: partendo dalla suddivisione della superficie della cellula sperimentata nell’edilizia storica, si è venuto a consolidare il dimensionamento necessario per i diversi vani di una casa contemporanea, tanto da poterne codificare lo standard di superficie diffuso e generalizzato nelle prescrizioni normative.

L’unità strutturale della cellula è anch’essa caratteristica permanente in quanto modulo che, nel tempo, ha costituito la soluzione del sistema strutturale impiegato nella costruzione della casa. Le quattro pareti dell’involucro possono essere costituite, di norma da:

  • murature che sostengono circa lo stesso carico;
  • due coppie di murature, l’una portante e l’altra solo di chiusura;
  • quattro pilastri angolari in legno, in c.a. o in metallo.

In ogni caso tali pareti mantengono sempre il loro reciproco dimensionamento e debbono raggiungere la finalità di formare un ambiente chiuso con un microclima diverso da quello esterno. Allo stesso modo il solaio di copertura deve assolvere il compito di chiudere nella parte alta il volume della cellula, con volte o solai lignei, cioè con le tecniche costruttive proprie delle diverse aree culturali, e pertanto deve essere capace di reggere i carichi sovrastanti e rendere abitabile e sicuro lo spazio sottostante. Il massimo rendimento e il minimo impegno economico, anche nel caso della copertura, si raggiungono con la permanenza del dimensionamento tipico della cellula e del sistema delle relazioni costitutive che gli è proprio.

Anche negli organismi edilizi complessi propri dell’edilizia non residenziale la cellula mantiene la valenza di sistema componente a cui si può far riferimento per una maggiore comprensione delle regole aggregative: la strutturazione di un palazzo, di un convento o di una chiesa fa comunque riferimento a sistemi di involucri e di coperture di spazi che, se anche accresciuti dimensionalmente, mantengono una proporzione con le regole codificate nella cellula dell’edilizia abitativa. Si noti, ad esempio, come a una chiesa di grandi dimensioni corrisponda una porta non solo più larga, giustificata da evidenti ragioni funzionali, ma anche più alta, secondo proporzioni maturate nell’edilizia residenziale.

Bibliografia

Caniggia G., Maffei G.L.,

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