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Rivestimento

Vienna (Austria), Postsparkasse, rivestimento esterno in lastre di granito e marmo fissate con bulloni d'alluminio; arch. Otto Wagner, 1903-12.
Vienna (Austria), Postsparkasse, rivestimento esterno in lastre di granito e marmo fissate con bulloni d'alluminio; arch. Otto Wagner, 1903-12.

Definizione – Etimologia

Il termine deriva da “rivestire”, proveniente dal tardo latino revestire, cioè “vestire di nuovo” e indica l’elemento o il sistema con cui si ricopre un muro o una parete verticale di un edificio per fini protettivi, di isolamento e/o decorativi. Applicandosi sulla costruzione conclusa o preesistente (ri-vestimento), il suo significato contiene l’idea del “miglioramento” in relazione ai requisiti di resistenza meccanica, chimica, di protezione termo-igrometrica, di aspetto estetico. A differenza del paramento, il termine fa riferimento a una sfera protettiva e decorativa più che costruttiva e definisce in generale i sistemi di elementi di basso spessore che non concorrono, se non marginalmente, alla funzione statica del muro.

Cenni storici

A partire dal II sec. a.C. l’architettura romana, allontanandosi dai modelli delle costruzioni greche ed ellenistiche, sviluppa un sistema costruttivo basato sulla “stratificazione” funzionale della muratura che si scompone così in tre parti: una centrale in cemento (opus caementicium) e due esterne in pietra, tufo o laterizio (opus quadratum, opus incertum, opus reticulatum ecc.); gli strati esterni di fatto rivestono il nucleo centrale ma sono con esso ancora solidali dal punto di vista statico-strutturale. È a partire dall’età augustea che si consolida invece, grazie alle nuove tecnologie del taglio della pietra, il rivestimento inteso più come superficie che come paramento: lastre di marmo molto sottili fissate alle murature con malta e ancoraggi metallici sono gli elementi, generalmente di piccola dimensione e forma regolare (crustae), che vengono utilizzati per il rivestimento esterno di cornici, lesene e trabeazioni o per la decorazione interna delle domus e delle ville suburbane (opus sectile). Prima dell’affermazione dei marmi e delle pietre calcaree i rivestimenti (soprattutto interni) sono costituiti da intonaci decorati, stucchi, affreschi o encausti e successivamente da intarsi e mosaici: questi ultimi, originariamente utilizzati per le pavimentazioni (opus tessellatum, opus vermiculatum), in epoca giulio-claudia si affermano come rivestimento di pareti e volte grazie allo sviluppo delle tessere vitree, diffondendosi poi ampiamente nella cultura costruttiva bizantina.

Caratteristiche tecniche e classificazioni

Le caratteristiche tecniche del rivestimento dipendono dalla posizione e dal ruolo che assume nel sistema murario e dalle modalità di posa in opera o montaggio degli elementi di cui è costituito. I criteri di classificazione raggruppano i rivestimenti in due categorie, il rivestimento esterno e il rivestimento interno, e fanno generalmente riferimento alla dimensione degli elementi e al materiale in cui sono realizzati: si distingue quindi tra rivestimento a moduli di piccolo (piastrelle, lastre, scaglie ecc.), medio (piastre, doghe, lamelle ecc.) e grande formato (pannelli, lamiere, grigliati e tele metalliche, membrane plastiche ecc.); il materiale può essere lapideo, laterizio, ligneo, ceramico, metallico, cementizio, plastico ecc.
Il rivestimento esterno è l’ultimo strato della costruzione avente specifica funzione di tenuta all’acqua, protezione dagli agenti atmosferici e dalle sollecitazioni meccaniche (es. azione del vento), e di definizione dell’aspetto esteriore dell’edificio; è composto da elementi di pochi centimetri di spessore, diversa dimensione e vario materiale che vengono fissati al supporto murario con collanti o malte (sistema continuo), oppure montati a secco su sottostrutture metalliche o lignee (sistema discontinuo) eventualmente formanti una camera d’aria ventilata tra il rivestimento e il supporto (facciata ventilata). Se montato su supporto grezzo privo di finitura il sistema si definisce “a cortina”.
Il rivestimento interno ha lo scopo di assicurare igiene, sicurezza, comfort termo-igrometrico e isolamento acustico agli ambienti interni; le sue caratteristiche sono riferite prevalentemente a requisiti di resistenza al fuoco, lavabilità, planarità, stabilità agli urti e alle sollecitazioni provocate dai movimenti della struttura o del supporto.
I materiali prevalentemente impiegati per i rivestimenti interni sono le lastre di pietra o marmo, le piastrelle di ceramica, maiolica, le terraglie, le monocotture, il gres porcellanato, i mosaici, i legni, le carte da parati, gli intonaci, gli stucchi, le tinteggiature, le vernici.

Sottovoci

  • Rivestimento lapideo: è costituito da lastre di pietra o marmo di spessore 10÷30 mm fissate al supporto con collante, mastice, malta e/o zanche (sistemi tradizionali), o su intercapedine; i moduli di grande formato sono ottenuti unendo le lastre al cemento o a telai metallici (sistemi precast o a facciata continua).
  • Rivestimento laterizio: impiega moduli in materiale argilloso di medio o grande formato montati prevalentemente all’esterno su sottostrutture metalliche (piastre, doghe, lamelle frangisole); di recente diffusione sono i pannelli, costituiti da piastre irrigidite da cemento o schiume sintetiche.
  • Rivestimento ligneo: è formato da elementi in legno duro (scandole, lamelle, tavole, pannelli ecc.) montati sia all’esterno che all’interno; vengono sempre trattati con sostanze coprenti e protettive nonché opportunamente distanziati sia dal supporto che dal suolo.
  • Rivestimento ceramico: è realizzato con elementi ottenuti dall’impasto di argille e materiali complementari (spessore 8÷15 mm) lavorati per formatura e trattamento ad alta temperatura; si distinguono le tradizionali ceramiche, porcellane, maioliche, gres rossi, terraglie, monocotture (di piccolo formato, prevalentemente impiegate come rivestimenti interni), dalle ceramiche tecniche (gres porcellanato, granito ceramico, clinker), di medio o grande formato, montate generalmente all’esterno in alternativa alla pietra.
  • Rivestimento metallico: in acciaio inox, alluminio, zinco, titanio, rame, si presenta sotto forma di moduli a piccolo formato dello spessore di 1 mm (doghe o scaglie), di lamiere sagomate a freddo (ondulate o grecate) o di pannelli; di recente diffusione sono i grigliati e le tele metalliche, solitamente impiegate per esigenze di filtraggio della luce naturale.
  • Rivestimento cementizio: è un sistema a pannelli cementizi prefabbricati non armati di spessore pari a 20÷40 mm; al cemento possono essere aggiunte fibre di vetro, carbonio o legno (fibrocemento) o granulati a base di granito o pietra naturale arricchiti con carbonato di calcio e quarzo.
  • Rivestimento plastico: a base di combinazioni di polimeri sintetici e additivi, comprende vari materiali (polietilene, polipropilene, policarbonato ecc.) classificati, in funzione del tipo di catena molecolare, in termoplastici e termostabili. Dal punto di vista morfologico i rivestimenti plastici si dividono in lastre (piane, ondulate o nervate) generalmente realizzate in policarbonato alveolare e membrane in PVC, PTFE o ETFE.
Bibliografia

AA.VV., Manuale di progettazione edilizia, Vol. 4, Milano, 1999; Acocella A., L’architettura di pietra. Antichi e nuovi magisteri costruttivi, Firenze, 2004; Benedetti C., Bacialupi V., Materiali e progetto. Il futuro della tradizione, Roma, 2003; Blanco G., Pavimenti e rivestimenti lapidei, Roma, 1991; Fanelli G., Gargiani R., Il principio del rivestimento. Prolegomena a una storia dell’architettura contemporanea, Roma-Bari, 1994.

 

Berlino (Germania), DG Bank, rivestimento interno in pannelli di legno di pino dell'Oregon; arch. Frank O. Gehry, 1996-2001.

Berlino (Germania), DG Bank, rivestimento interno in pannelli di legno di pino dell’Oregon; arch. Frank O. Gehry, 1996-2001.

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