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Meridiana

Roma, meridiana in Santa Maria degli Angeli.
Roma, meridiana in Santa Maria degli Angeli.

Definizione – Etimologia

Dal latino merídies (mezzogiorno), rappresenta la materializzazione di un tratto del meridiano terrestre (detta linea meridiana) che passa per un determinato luogo geografico; è l’indicatore dell’esatta posizione dei poli e consente di individuare il mezzogiorno solare, cioè quando il sole culmina sul meridiano locale. In gnomonica la meridiana è una componente dell’orologio solare in grado di rilevare con precisione il mezzogiorno anche se, comunemente ma impropriamente, si identifica con lo strumento stesso (meridiana solare o quadrante solare). Il congegno è costituito da un piano orizzontale o verticale (quadrante) sul quale uno stilo (gnomone) illuminato dal sole riflette su un punto della meridiana la propria ombra indicando il mezzogiorno locale.

Derivazione – Processo formativo e filoni tipologici

L’uso della meridiana come orologio solare ha origini molto lontane. Gli Egizi, i Babilonesi, i Greci e i Romani, ma anche gli Incas e gli Aztechi nel Nuovo Mondo, adoperavano questo strumento. Vitruvio nel suo trattato De architectura ne riporta fogge e nomi differenti. Nel XIII secolo, in seguito all’introduzione delle ore equinoziali, le meridiane assunsero maggiore importanza e ciò per tutto il Medioevo. Dopo la riforma gregoriana del calendario (1582) ebbero la funzione di determinare l’equinozio di primavera da cui si deduceva la data della Pasqua cristiana (come in Santa Maria degli Angeli a Roma); ciò spiega il motivo della presenza, divenuta sempre più frequente a partire dalla fine del Cinquecento, di meridiane tracciate all’interno degli edifici di culto. Questa pratica perdurò per tutto il Settecento e l’Ottocento, assumendo anche lo scopo di regolare il mezzogiorno degli orologi meccanici e, talvolta dietro opportune ordinanze governative, di ufficializzare il sistema orario.
Esistono diverse tipologie di meridiane in relazione alla loro collocazione e conformazione. Una meridiana disposta all’aperto può indicare tutte le ore, segnate sul quadrante da più linee, o fungere anche da calendario (meridiana calendariale), talvolta arricchita da raffigurazioni di segni zodiacali o da frasi e motti latini. Meridiane su un quadrante verticale rivolto verso sud sono state installate sulle facciate di edifici pubblici ma anche all’interno di palazzi privati, aventi funzione ornamentale oltre che rappresentativa del prestigio del proprietario (meridiana di palazzo Spada a Roma, 1646).
Altre, non inserite in quadranti, sono graficizzate a pavimento da lunghe strisce metalliche riferite a un sistema di segnalazione del passaggio del sole al meridiano. Secondo questa tipologia si distinguono: le meridiane in piena luce, che richiedono una superficie piana all’aperto come quelle che fanno capo agli obelischi (meridiana di piazza San Pietro in Vaticano), in grado di determinare tutte le ore diurne; e quelle a camera oscura, posizionate all’interno di chiese e conventi, che possono indicare esclusivamente il mezzogiorno solare e la data (meridiana di San Petronio a Bologna, 1575). In questo caso, al posto dell’ombra, la striscia a pavimento, ovvero la linea corrispondente al meridiano locale, sarà illuminata in corrispondenza del mezzogiorno da un raggio di luce proveniente da un foro gnomonico praticato in copertura o in una parete esposta a sud. Lungo il bordo della linea possono essere riportate raffigurazioni delle costellazioni zodiacali (meridiana della Cattedrale di Palermo, 1801), mentre le due estremità indicano, rispettivamente, il solstizio estivo e quello invernale.

Bibliografia

Paltrinieri G., Meridiane e orologi solari d’Italia, Bentivoglio, 1997; Rohr René R.J., Meridiane. Storia, teoria, pratica, Torino, 1988;
Tuscano M.L. (a cura), La meridiana di Giuseppe Piazzi nella cattedrale di Palermo. Scheda didattica sulle meridiane, Palermo, 1990.

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