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Definizione

“Mezzo che consente di fronteggiare una necessità”. Espediente con cui è possibile provvedere a un bisogno.
Negli ultimi decenni pur arricchendosi di accezioni e modificandosi nell’uso comune, questo termine non è variato nel suo significato intrinseco di “mezzo che pone in condizione di superare una difficoltà”. Da altri versanti, una risorsa è una realtà che consente e abilita a operare in base a una necessità e utilità, affinché si arrivi al soddisfacimento di un bisogno; quindi, per l’uomo, è un materiale che risulta utile in un dato tempo diventando fonte di ricchezza quando si concretizza un “modo” (spesso di matrice tecnica) per usufruirne; è qualsiasi bene disponibile in natura in potenza adoperabile dall’uomo.

Generalità

Questi beni naturali possono considerarsi secondo diverse categorie, ovvero:

  • materie prime, intese come totale di tutte le componenti materiali dell’ambiente;
  • risorse, materie prime che si utilizzano per rispondere alle necessità dell’agire umano;
  • riserve, la quantità disponibile delle risorse naturali “sfruttate” con mezzi e tecnologie fruibili in un determinato periodo storico.

Inoltre, la riserva è composta da altri due elementi fondamentali:

  1. la tecnologia esistente, la quale estrae e manipola le risorse naturali;
  2. il mercato, il quale assegna un valore economico alla risorsa, alla sua estrazione e lavorazione.

L’utilizzo, lineare, della risorsa, quando questa è esauribile, provoca un calo del “capitale” sul quale il pianeta non potrà disporre in futuro. Tale limite (illustrato in modo sistematico nel 1972 dai Meadows e J. Randers nel rapporto The limits to growth) impone approcci di tutela responsabile degli stock di risorse, le quali possono distinguersi secondo norme ecologiche da cui derivano due categorie principali:

  1. risorse non rinnovabili (considerabili come scorte);
  2. risorse rinnovabili (considerabili come flussi).

Le prime, costituite soprattutto da combustibili fossili, sono disponibili in quantità limitata e non sono naturalmente riproducibili in tempi umani, ma hanno periodi di ricostituzione non computabili. Tra le risorse non rinnovabili si comprendono i minerali presenti nella crosta terrestre, tra cui petrolio o carbone. Alcuni studi indicano un consumo di energia nel mondo pari a 40.000 calorie pro capite al giorno, di cui circa l’80% proviene da giacimenti fossili.
Derivanti direttamente dalla radiazione solare le risorse rinnovabili possono considerarsi il suolo coltivabile e l’insieme delle relative biomasse, il clima (compreso nelle componenti eoliche), le risorse idriche (di superficie, marea e moto ondoso) e l’energia solare, che a loro volta influenzano la disponibilità di altre rinnovabili date da sostanze di origine vegetale e animale.
Altro contenuto può essere fornito da una definizione aggregante due concetti che possono sembrare uguali, ma assumono diversi significati, ovvero il concetto di “energia sostenibile” e di “fonti alternative di energia”.

  • L’energia sostenibile è una modalità di produzione e uso dell’energia che permette uno sviluppo sostenibile: comprende, dunque, anche l’aspetto dell’efficienza degli usi energetici.
  • Le fonti alternative di energia sono, invece, tutte quelle fonti di energia “non fossili”, ovvero diverse dagli idrocarburi o il carbone (rientra tra queste “anche” l’energia nucleare, considerabile alternativa all’uso di idrocarburi e carbone).

Le risorse rinnovabili risultano continuamente disponibili in quanto determinate da processi di rinnovamento attraverso i propri cicli naturali; tuttavia, un impiego improprio potrebbe causare l’esaurimento di una risorsa anche se rinnovabile (ad esclusione di alcune come quella solare o eolica).
Ogni risorsa è quindi limitata, ma è necessario distinguere tra la sua scarsità assoluta, cioè la sua naturale finitezza e la sua scarsità relativa o economica.
In tal senso H. Daly definisce “rendimento”, il flusso fisico entropico di materia – energia, il quale proviene da fonti naturali, attraversa l’economia umana e ritorna agli scarichi della natura (1981).
La differente distribuzione delle risorse sul pianeta può definire un’ulteriore tipizzazione, ovvero:

  • risorse naturali;
  • risorse energetiche;
  • risorse minerarie.

Le risorse naturali sono l’insieme di tutte le materie prime presenti in natura e includono sia risorse rinnovabili, come l’acqua e la vegetazione, sia risorse potenzialmente esauribili, come il suolo. Clima e paesaggio, invece, più che risorse vere e proprie, sono da considerarsi come “condizioni”, poiché possono originare contesti materici utilizzabili.
Il clima è fondamentale per uomo e biosfera, poiché è uno dei fattori fisici che influenzano la struttura e la funzionalità degli ecosistemi.
L’acqua, pur essendo una risorsa limitata, è rinnovabile dal suo ciclo continuo. La vegetazione risulta una reale risorsa rinnovabile poiché tramite l’energia solare e la fotosintesi clorofilliana, genera sempre nuova biomassa utile.
L’insieme di queste risorse ambientali, da molti versanti è identificato nel paesaggio. A loro volta le risorse ambientali si possono dividere in:

  • risorse fisiche, non provenienti da esseri viventi;
  • risorse biologiche, provenienti da esseri viventi.

Risorse fisiche derivate in risorse energetiche e minerarie

Per le risorse energetiche, le fonti principali di energia sono il sole, la terra e la luna. Questa energia è poi conservata da fonti secondarie, come il vento, le maree, il legno ecc.
Le sorgenti energetiche che l’uomo impegna sono per lo più quelle secondarie e possono essere tradotte in differenti forme di energia:

  • Energia chimica – energia che varia a causa della formazione o rottura di legami chimici di qualsiasi tipo che sono coinvolti nelle reazioni chimiche (es: quella sviluppata dalla combustione del legno e dei carboni fossili).
  • Energia geotermica – ricavata dal riscaldamento di fluidi o gas presenti nel sottosuolo a contatto con masse rocciose ad altissima temperatura.

Per la generazione di energia elettrica, una centrale geotermica consentirebbe di ottenere una quantità significativa di energia rinnovabile, con annessi e vantaggiosi riusi dei cascami del processo di “estrazione”. L’adozione di sistemi di controllo degli odori da idrogeno solforato ne ridurrebbe in modo sensibile l’impatto ambientale, così come il progetto di integrazione architettonica dell’impianto può facilitare l’inserimento paesaggistico.
L’energia geotermica costituisce oggi intorno all’1% della produzione mondiale di energia

Energia meccanica

Generata dal movimento del vento e dell’acqua fluente. L’energia meccanica si differenzia in due gruppi: energia potenziale ed energia cinetica. Tutti gli elementi che si “muovono” producono energia cinetica. L’energia potenziale è “accumulata”, invece, in oggetti che possono muoversi.

  • Elettricità – quando di matrice naturale, quindi non prodotta artificialmente, è una forma di energia non direttamente impiegabile dall’uomo.
  • Energia nucleare – energia che si libera dalla materia come reazione tra le particelle che la creano, per scissione dei nuclei di elementi pesanti e per unione dei nuclei di elementi leggeri.

Le risorse minerarie

Allocate nella crosta terreste, risultano di grande interesse, anche economico, per i processi produttivi o antropici in genere in quanto dalle stratificazioni rocciose si ottengono minerali, materie prime, quindi materiali da costruzione.
La materia terrestre muta forma e struttura, secondo processi di decomposizione e trasformazione che avvengono in tempi storici molto lunghi, determinandone a loro ricostituzione anche in forme seconde, purtroppo, con gli stessi tempi.
In tal senso è ormai consolidato l’approccio che vede nel controllo dei cicli produttivi (o comunque di trasformazione materico energetica) condotto mediante logiche di conformità ecosistemica, la strategia per controllare anche il ciclo di vita e la possibile ricostituzione degli stock di risorse utili alle dinamiche del pianeta.

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