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Trasferimento tecnologico

Definizione

Per trasferimento tecnologico si intende, in un determinato settore produttivo, l’impiego di know-how e brevetti, già adeguatamente testati e sperimentati, provenienti da altri settori produttivi in larga misura collaterali che consentano di modificarli e adeguarli a nuovi obiettivi in modo da consentirne lo sviluppo e la commercializzazione.

Generalità

Il trasferimento tecnologico può anche avvenire da centri di ricerca (universitari e non) che abbiano avuto anch’essi, ad esempio attraverso un lavoro congiunto con i parchi tecnologici e/o con strutture produttive, la possibilità di sperimentare e collaudare un prodotto e di garantirne l’utilizzo e l’inserimento sul mercato. Il trasferimento tecnologico, nel promuovere l’impiego di materiali e/o processi provenienti da settori diversi da quello di riferimento, consente di rispondere tempestivamente a nuove e urgenti esigenze di mercato; garantisce risultati affidabili in quanto già largamente utilizzati; permette di introdurre elementi di innovazione in ambiti meno dotati e aggiornati; ammette l’impiego di tecnologie avanzate in contesti territoriali e produttivi a minor grado di industrializzazione accelerando in tal modo le dinamiche di sviluppo economico e sociale.

Trasferimento tecnologico nell’edilizia
I processi di trasferimento tecnologico nel settore edilizio sono, in genere, veicolati dalle industrie, dai produttori di materiali e componenti, dalle imprese e dai progettisti nelle varie articolazioni di competenze.
Questi ultimi svolgono un compito non secondario di stimolare il trasferimento tecnologico individuando le criticità che si riscontrano lungo tutto l’arco del processo edilizio e di stimolarne, oltre che suggerirne, modalità di risoluzione; a tal fine mettono a disposizione il know-how, soprattutto metodologico, maturato sia in ambito di ricerca che validato nella prassi operativa.
Le imprese edili e i produttori, a causa di una non affidabile programmazione di finanziamenti nel settore, hanno una scarsa propensione agli investimenti nella ricerca applicata e pertanto operano il trasferimento tecnologico in forma molto limitata e parziale più che altro attraverso l’impiego di materiali, soluzioni e processi mutuati direttamente dall’industria senza proporre alcun intervento di modifica e/o adeguamento alle loro specifiche esigenze.

Trasferimento tecnologico nell’industria
Per le industrie, i processi di trasferimento tecnologico rientrano nelle strategie di ampliamento del proprio segmento di mercato a settori contigui, ai fini di un consolidamento e di una maggiore redditività dei prodotti che non implichi modifiche, ma solo implementazioni minime degli impianti di produzione.
Le motivazioni che determinano il trasferimento tecnologico sono da rintracciarsi prevalentemente:

  • nell’opportunità di utilizzare un materiale tradizionale sfruttando al meglio le sue prestazioni;
  • nella possibilità di individuare una più conveniente applicazione per nuovi prodotti diventati oggi più disponibili in grandi quantità e a basso costo;
  • nella necessità di trovare le soluzioni tecnologiche più appropriate per rispondere alle esigenze prestazionali imposte dalle normative europee;
  • nell’esigenza di aumentare la produttività e quindi la competitività soprattutto sui mercati esteri;
  • infine nella volontà di migliorare i processi costruttivi e la qualità delle realizzazioni nel rispetto anche dell’ambiente.

I settori industriali maggiormente coinvolti nei processi di trasferimento tecnologico nell’ambito dell’edilizia sono quelli legati all’industria chimica, meccanica, automobilistica, aerospaziale e, negli ultimi anni, anche all’industria alimentare e all’arredamento.

Bibliografia

Campioli A., Il contesto del Progetto, Franco Angeli, Milano 1993; Mangiarotti A., La questione del trasferimento: il discorso attorno all’architettura, in Nardi G., Frammenti di coscienza tecnica. Tecniche esecutive e cultura del costruire, Franco Angeli, Milano, 1991; Pawley M., Technology Transfer, in «Architectural Review», n. 1087, sett., 1987, pp. 31-39; Sinopoli N., Tatano V., Sulle tracce dell’innovazione, Franco Angeli, Milano, 2002.

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