Si tratta del processo nel quale le operazioni di costruzione di un edificio sono svolte dagli stessi utenti futuri, i quali ne diventeranno proprietari singolarmente o in comproprietà. La pratica dell’autocostruzione ha radici antiche nel costruire spontaneo dell’abitazione. Viene anche definita autocostruzione associata e assistita, come pratica collettiva organizzata, per distinguerla dall’autocostruzione abusiva, tuttora presente nei Paesi occidentali, e, in forma molto più estesa e spesso tollerata, nei Paesi in via di sviluppo, come risposta alla mancanza di efficaci politiche per la casa.
L’organizzazione dell’attività di autocostruzione può prevedere diversi livelli e modalità di coinvolgimento degli utenti:
- autocostruzione totale, ove gli abitanti affrontano tutte le fasi di costruzione dell’edificio;
- autocostruzione parziale, in cui gli abitanti si occupano solo delle operazioni più semplici;
- autocostruzione in parallelo, ove l’attività viene svolta da ciascun associato nella propria casa;
- autocostruzione in serie, in cui l’attività viene svolta secondo il principio della suddivisione del lavoro, in cui ciascuno svolge una specifica attività a favore di tutti.
L’autocostruzione può assumere diverse varianti processuali in funzione del coinvolgimento di enti o associazioni promotrici e di professionisti, sia a supporto tecnico, sia per mediazione sociale e culturale tra i membri del gruppo di utenti. Le esperienze condotte in tutto il mondo, dagli anni Sessanta a oggi, sono state occasione di sperimentazione sociale (processi di partecipazione dell’utenza) e tecnologica (tecnologie facilitate).
Bibliografia
AA.VV., Autocostruzione oggi, Bologna, 1982; Bagnato F., Processi edilizi in autocostruzione assistita. Una risposta al problema abitativo delle fasce deboli, Reggio Calabria, 2002; Bertoni M., Cantini A., Autocostruzione associata ed assistita in Italia, Roma, 2008; Novi F., Raiteri R., Zambelli E., Costruzione facilitata, Milano, 1985.
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