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Fatimita, architettura

Il Califfato sciita fatimito (909-1171) ha il suo centro nella capitale Il Cairo (al-Qahira, “la trionfante”) fondata intorno al 953 d.C. La città era luogo della residenza califfale e quartiere amministrativo lungo il cui asse nord-sud si allineavano le architetture palaziali strutturate secondo un impianto asimmetrico di corti e padiglioni come nella Medina al-Zahra.
La moschea fatimita è del tipo arabo a corte e navate parallele al muro qibla; un portale monumentale sul modello degli archi trionfali romani segna l’acceso principale alle moschee congregazionali. Dal 970 comincia la costruzione della moschea di al-Azhar il cui sahn (corte) viene ricostruito nel XII secolo; la facciata della sala di preghiera mostra una sequenza di archi policentrici e di caratteristiche nicchie a lunette costolonate e decorate a muqarnas. La moschea di al-Hakim (991) fissa i caratteri del tipo, con l’impianto a corte, sala di preghiera con cinque navate parallele al muro qibla e transetto con cleristorio in asse; la navata sulla qibla ha tre cupole, una sul mihrab e due angolari. Al portale monumentale si aggiungono due minareti angolari in facciata. Nel 1125 viene completata la moschea di al-Aqmar, primo esempio pervenutoci di edificio in cui la facciata principale in pietra si allinea con il filo stradale conservando l’orientamento dell’edificio verso Mecca. La facciata mostra un ricco apparato decorativo fatto di nicchie costolonate, archi policentrici, muqarnas e fasce calligrafiche. Si diffonde l’uso delle muqarnas in tutto il nord Africa.
Le case di al-Fustat mostrano un impianto simile a quello dei bayt abbasidi di Ukhaidir e Samarra, probabilmente introdotto in Egitto dai Tulunidi. Nelle case nobiliari la qa’a, spazio a doppia altezza fronteggiato da due iwan, diventa il principale vano domestico.

Bibliografia

Behrens-Abouseif D., Islamic Architecture in Cairo, Leiden, 1989; Creswell K.A.C., The Muslim Architecture of Egypt, voll. I e II., Oxford – New York, 1952-59.

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