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Fonti di archivio

Generalità – Tipologie

Ogni ricerca storica si basa sulle fonti, ovvero sulle testimonianze e informazioni del passato. Le fonti si distinguono anzitutto in primarie e secondarie. Le fonti primarie sono documenti contemporanei e diretti rispetto agli avvenimenti. Le fonti secondarie sono invece successive e derivate. Le fonti si classificano inoltre secondo diverse tipologie in: volontarie e involontarie, materiali e testuali, orali e scritte, narrative e documentarie. Le fonti d’archivio sono fonti storiche primarie di carattere documentario, scritte o registrate su un supporto durevole. La loro origine è amministrativa o istituzionale da parte di soggetti pubblici o privati e delle loro attività e relazioni. Gli archivi, che inizialmente hanno una funzione pratica di memoria e testimonianza per i diretti interessati che li hanno originati, acquistano col tempo un valore storico e vengono perciò considerati beni culturali.

Fonti per l’architettura

Le fonti d’archivio sono essenziali per la ricostruzione storica in qualsiasi disciplina. In particolare sono usate dagli storici dell’architettura, dell’urbanistica e della città e più in generale sono utili in molti aspetti della professione dell’architetto, dalla progettazione al restauro. Le informazioni storico documentarie contestualizzano appropriatamente il costruito, suggeriscono ipotesi di lavoro e danno spessore agli interventi. L’individuazione delle fonti richiede la conoscenza dello sviluppo storico delle amministrazioni che hanno prodotto i documenti: uffici o strutture statali, enti, gruppi, accademie, istituti, confraternite, associazioni, professionisti, imprese, famiglie e singoli individui. Ogni architettura nasce e viene trasformata nella storia, e gli interventi che si susseguono e si stratificano lasciano tracce documentarie in atti amministrativi, contabili, giudiziari, notarili, privati. Nella documentazione d’archivio sono espressi tutti i problemi, i risvolti amministrativi, le circostanze connesse all’agire architettonico e urbanistico. È possibile quindi reperire negli archivi statali, di enti pubblici, ecclesiastici e privati, molteplici e diverse tipologie di documenti: carteggi, relazioni, committenze, capitolati d’appalto, preventivi e consuntivi delle opere, mandati e ricevute di pagamento, stime dei prezzi, progetti, istanze, approvazioni, autorizzazioni a fabbricare e a demolire, variazione dei fili stradali, modifiche ai piani regolatori, aggiornamento dei dati catastali, restauri, trasformazioni urbanistiche e architettoniche, passaggi di proprietà, eredità, doti, statuti, catasti, disegni e, in età contemporanea, anche fotografie, filmati, video.

Il sistema archivistico italiano

Il patrimonio documentario italiano è uno dei più grandi del mondo e comprende archivi statali, pubblici, privati, ecclesiastici. La sua salvaguardia, conservazione e fruizione è assicurata dal Ministero per i beni e le attività culturali tramite una Direzione generale per gli archivi e una rete periferica di Archivi di Stato (a livello provinciale) e di Soprintendenze archivistiche (a livello regionale). Gli Archivi di Stato conservano gli archivi degli organi centrali e periferici dello Stato, sia preunitari che postunitari, e gli altri archivi di proprietà dello Stato o in suo deposito. In 35 città non capoluogo sono istituite sezioni di Archivio di Stato che dipendono dall’Archivio di Stato competente per la rispettiva provincia. Gli archivi degli organi centrali dello Stato italiano sono conservati nell’Archivio Centrale dello Stato a Roma. La Presidenza della Repubblica, la Camera dei Deputati, il Senato, il Ministero della Difesa, il Ministero degli Affari esteri, hanno propri Archivi storici indipendenti. Le Soprintendenze archivistiche si occupano di tutti gli archivi non statali, con attività di vigilanza, tutela e valorizzazione sugli archivi degli enti pubblici e sugli archivi privati dichiarati di notevole interesse storico.

Metodologia e strumenti della ricerca

L’utilizzo dell’archivio richiede una specifica metodologia e spesso anche l’aiuto e la mediazione dell’archivista. Infatti, la ricerca non si basa su voci tematiche o indici come nelle biblioteche e nei centri di documentazione. Occorre invece conoscere in quale modo e per quale motivo possono essere stati creati i documenti. Con la conoscenza della storia delle istituzioni e delle organizzazioni si possono identificare gli uffici o gli enti o i soggetti che produssero le carte oggi conservate negli archivi storici, pubblici e privati. Quindi si consulteranno le guide per localizzare gli archivi, come la Guida generale degli Archivi di Stato italiani, consultabile anche nel sito www.archivi.beniculturali.it, e infine gli inventari specifici dei singoli fondi documentari, per individuare le singole unità archivistiche da consultare. Gli inventari sono i principali strumenti di ricerca di un fondo d’archivio, che descrivono secondo lo specifico ordine originario dando conto in prefazione del rapporto con l’ente produttore e le sue competenze. Altri sussidi di ricerca sono i repertori, gli schedari, gli indici, gli elenchi di versamento o di deposito gli elenchi di consistenza. Molto utili anche i mezzi di corredo contemporanei alla documentazione – titolari, registri di protocollo, rubriche, indici e schedari – realizzati nell’ufficio di provenienza delle carte.

Archivi di architettura contemporanea

Un discorso a sé è quello degli Archivi di architettura contemporanea, sia per la grande quantità e dimensione degli stessi, che per la enorme parcellizzazione della conservazione. La Direzione Generale per gli Archivi porta avanti dal 1996 un progetto nazionale per il censimento completo degli archivi privati degli architetti, congiunto ad iniziative di promozione, conoscenza e fruizione di queste fonti documentarie. I risultati confluiscono nel SIUSA – Sistema Informativo delle Soprintendenze Archivistiche – e in un apposito portale sugli Archivi di Architettura nell’ambito del SAN-Sistema Archivistico Nazionale. Importanti gli accordi sottoscritti nel 2001 dall’Amministrazione Archivistica con la Direzione Generale per l’Arte e l’Architettura contemporanee per il piano nazionale per la tutela del patrimonio documentario dell’architettura del Novecento e nel 2002 con l’Accademia di Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana. Nel 1999 si è costituita l’AAA/Italia – Associazione Archivi Architettura che ha avuto tra i soci fondatori l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), presso cui è costituita una rilevante banca dati di documentazione contemporanea.

Bibliografia

Guccione M., Pesce D., Reale E. (a cura), Guida agli archivi di architettura a Roma e nel Lazio. Da Roma capitale al secondo dopoguerra, Soprintendenza archivistica per il Lazio, Roma, 2007; Tamblé D., Archivi e città dello Stato pontificio fra i secoli XVII e XVIII, in Il tesoro delle città, I, 2003, pp. 450-459; Tamblé D., Borromini nell’Archivio di Stato di Roma, in «I Beni culturali – tutela e valorizzazione», VIII, 2000, nn. 3 e 4-5;  Tamblé D., Archivi per l’architettura, ricerca, fruizione, didattica nelle fonti dell’Archivio di Stato di Roma, in Gli archivi per la storia dell’architettura, Roma, 1999, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, pp. 753-766;  Tamblé D., Le Fonti documentarie per la storia della città medievale nell’Archivio di Stato di Roma, in Storia dell’urbanistica, n.s., V, 1999, pp. 7-13; Tamblé D., Storia della città e archivi, il riflesso storico e sociale della magistratura delle strade, in «Archivi e cultura», XXVIII, 1995, pp. 93-104; Tamblé D., Vademecum delle ricerche nell’Archivio di Stato di Roma, Roma, 1984.

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