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Sezione

Basilica di San Pietro a Roma, sezione in corrispondenza della zona absidale, Martino Ferrabosco, 1684 (Bibliotheca Hertziana).
Basilica di San Pietro a Roma, sezione in corrispondenza della zona absidale, Martino Ferrabosco, 1684 (Bibliotheca Hertziana).

Definizione-Etimologia

Il termine deriva dal latino sectio (taglio), da sectus, participio passato di secare (tagliare).
Il termine indica la visione di un oggetto o di un edificio, immaginandolo privo di una sua parte, atta a descriverne, sotto diversi aspetti, le caratteristiche spaziali. In tal senso tutte le viste canoniche, anche pianta e prospetto, sono originate da un’operazione di sezione.
Dal punto di vista geometrico, la sezione si ottiene immaginando dapprima di sezionare l’oggetto in esame attraverso un piano verticale, di solito parallelo a un piano notevole dell’edificio, e successivamente di osservare da un punto di vista immaginato all’infinito la porzione dell’oggetto rimanente dopo la sezione. Nel caso in cui il punto di vista sia ipotizzato a una distanza finita dall’oggetto si parla di sezione prospettica. La rappresentazione conseguente tale operazione geometrica preliminare presuppone l’impiego di opportune convenzioni grafiche così da risultare facilmente interpretabile: a tale proposito, è usuale il tracciamento dei contorni delle parti sezionate con linee di spessore maggiore di quello corrispondente alle parti proiettate.
La sezione può fornire informazioni relative non soltanto agli elementi che si trovano sul piano di sezione o al di là di esso, ma anche a quelli che si trovano nella porzione asportata, che vengono convenzionalmente rappresentati attraverso linee tratteggiate anziché continue.

Cenni storici

Nel corso dei secoli le caratteristiche sia grafiche sia contenutistiche della rappresentazione in sezione sono mutate profondamente. Sono note rappresentazioni in sezione della casa egizia, anche se paiono volte più a una descrizione delle funzioni svolte all’interno e a indicare le relazioni tra gli ambienti piuttosto che precisi riferimenti metrici. Uno scarto decisivo appare nella sezione in corrispondenza del claristorio delle cappelle absidali del coro della cattedrale di Reims di Villard de Honnecourt nel XIII secolo, che tentando di rispettare le corrette proporzioni tra i differenti elementi, riporta la parete sezionata della navata della chiesa e, con un deciso tratto nero, i passaggi trasversali che attraversano i contrafforti, che a loro volta sono disegnati correttamente in prospetto, come le esili colonne che decorano le bucature. Nel Quattrocento Leon Battista Alberti esorta all’utilizzo delle viste piane nei disegni tecnici ma sono note rappresentazioni in sezione sia in proiezione ortogonale che in prospettiva, soprattutto nel rilievo degli edifici classici. Nella celebre lettera a Leone X del 1519 Raffaello precisa come il disegno d’architettura si divida “in tre parti delle quali la prima si è la pianta, o – vogliam dire – el dissegno piano; la seconda si è la parete di fuora, con li suoi ornamenti; la terza è la parete di dentro, pur con li suoi ornamenti”, esplicitando il ruolo della rappresentazione in sezione. Nel XVII secolo Martino Ferrabosco realizza elaborati di elevata complessità figurativa utilizzando piani di sezione multipli al fine di rappresentare la basilica di San Pietro a Roma. Nei secoli successivi la sezione assume definitivamente i codici contemporanei, fino a giungere agli elaborati di rilievo ottocenteschi dei monumenti antichi (ad esempio di Pierre Martin Gauthier) che appaiono del tutto simili a quelli attuali.

Sensi usati in architettura

Il primo e più diffuso senso del termine discende direttamente dalla definizione e dalla genesi geometrica di tale visione. La sezione è cioè un diagramma, quasi sempre riprodotto attraverso una scala di rappresentazione ridotta rispetto al reale, usato per descrivere la forma di un oggetto, ma anche di un edificio, di una città o di una parte di essa. Nel caso in cui tale rappresentazione si spinga alla scala territoriale si parla di sezione ambientale, volta alla descrizione dei rapporti tra gli elementi costruiti e tra essi e il contesto. Per giungere a una descrizione compiuta dell’oggetto occorre sempre mettere in correlazione la sezione con le rappresentazioni in pianta e in prospetto dello stesso, ricomponendone idealmente la configurazione spaziale.
La sezione, oltre a riprodurre graficamente le parti sezionate e proiettate dell’oggetto in esame, è spesso corredata da informazioni aggiuntive quali l’indicazione delle quote di livello e delle quote dimensionali, l’eventuale posizione e tipologia di elementi vegetali, la descrizione sintetica di materiali e finiture utilizzate ecc. La rappresentazione in sezione viene usata sia nel rilievo di edifici esistenti sia nella progettazione di nuovi edifici; la descrizione di un edificio necessita in genere di diverse sezioni. In tal senso, in caso di un edificio a pianta rettangolare per sezione longitudinale si intende quella riferita alla dimensione maggiore, mentre per sezione trasversale si intende quella riferita alla dimensione minore. La sezione che dettaglia le tecniche costruttive e i materiali utilizzati è detta sezione costruttiva.
Va sottolineato che le convenzioni grafiche attraverso cui disegnare la sezione variano in funzione della scala di rappresentazione adottata: di conseguenza, la scelta di un determinato rapporto di scala comporta l’impiego di un livello di dettaglio adeguato e corrispondente allo stesso. Mentre nel disegno architettonico le scale di rappresentazione usate sono sempre tali da riprodurre l’oggetto in formato ridotto rispetto al reale, nel disegno meccanico è usuale l’adozione di scale di ingrandimento anziché di riduzione.
L’elevata complessità spaziale di molti progetti d’architettura fa della sezione una vista privilegiata nel processo ideativo contemporaneo.

Bibliografia

Ackerman J.S., Convenzioni e retorica nel disegno architettonico, in Ackerman J.S., Architettura e disegno. La rappresentazione da Vitruvio a Gehry, Milano, 2003, pp. 248-269; Docci M., Maestri D., Storia del rilevamento architettonico e urbano, Roma-Bari, 1993.

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