Sommario: 1. Definizione – Etimologia – 2. Le strutture: Cluny A, Cluny I, Cluny II – 3. Cluny III – Bibliografia
1. Definizione – Etimologia
Architettura riferita al monastero di Cluny (Borgogna) e alle chiese affiliate all’ordine relativo. L’abbazia, fondata nel 909 o 910, era esente da ogni giurisdizione civile ed ecclesiastica ed era direttamente soggetta al solo pontefice, prerogativa che si estenderà anche a tutte le dipendenze, configurando quindi la struttura di un ordine fortemente centralizzato con a capo l’abate di Cluny. Tale peculiarità ha indotto a pensare all’esistenza di un’architettura cluniacense (école clunisienne, secondo la definizione di Viollet-le-Duc), intesa come esito e riverbero di indirizzi programmatici unitari, riscontrabile non solo nella cerchia delle dipendenze o filiazioni di Cluny.
2. Le strutture: Cluny A, Cluny I, Cluny II
3. Cluny III
Il 30 settembre 1088 veniva fondata la nuova chiesa abbaziale e il pontefice Urbano II, il 15 ottobre 1095, ne consacrava due altari mentre altri tre erano consacrati da prelati al suo seguito. Sulla scorta di tali dati Conant (1968) aveva ipotizzato che nel 1095 il grandioso coro a deambulatorio fosse già eretto, e che la chiesa fosse sostanzialmente compiuta entro il 1115. Diverse sono invece le conclusioni di Francis Salet (1968) che, esaminando il braccio meridionale del grande transetto (sopravvissuto alle distruzioni) e riscontrando un sostanziale cambiamento del progetto originario, ipotizzava che la costruzione fosse stata avviata proprio da tale elemento architettonico, e che il coro fosse stato eretto ante 1120, mentre l’analisi dell’apparato scultoreo correlato alle attestazioni documentarie conduceva Neil Stratford (1998) ad ascriverlo ad una fase intermedia (1095-1110). L’edificio presentava una complessa scansione planimetrica, era articolato in cinque navate intersecanti due transetti absidati e desinente in un ampio coro con deambulatorio a cappelle radiali. La storiografia ha voluto riscontrare nella simile articolazione delle cosiddette “chiese di pellegrinaggio” (Saint-Martin, Tours; Saint-Martial, Limoges; Sainte-Foy, Conques; Saint-Sernin, Toulouse; Santiago de Compostela) una peculiare caratterizzazione “cluniacense” giustificata dall’interesse dell’ordine per le vie di pellegrinaggio, specialmente per quelle dirette a Santiago. Tale ipotesi è stata in seguito ricalibrata (Lyman, 1988; Werckmeister, 1988), ponendo in evidenza come il deambulatorio di Cluny III sia stato concepito per rendere accessibile la liturgia monastica al pubblico laico, nella volontà di inserire la chiesa abbaziale all’interno dei flussi di pellegrinaggio. Un’indagine sui priorati cluniacensi di Lombardia (Piva, 1998) ha messo inoltre in risalto che l’adozione di precisi modelli, come il transetto con torre sottocupolata d’incrocio oppure l’esteso santuario tripartito e comunicante, poteva rispondere più ad esigenze di uso liturgico che ad una programmazione architettonica centralizzata.
Bibliografia
Baud A., Cluny. Un grand chantier médiéval au cœur de l’Europe, Paris, 2003; Conant K. J., Les églises et la maison du chef d’ordre, Mâcon, 1968; Edson Armi C., Masons and Sculptors in Romanesque Burgundy. The New Aesthetic of Cluny III, Pennsylvania State University, 1983; Evans J., The Romanesque Architecture of the Order of Cluny, Cambridge, 1938; Gandolfo F., Cluniacensi, in Enciclopedia dell’arte medievale, IV, Roma, 1994, pp. 121-130; Heitz C., Réflexions sur l’architecture clunisienne, in «Revue de l’art», 1972, 15, pp. 81-94; Salet F., Cluny III, in «Bulletin monumental», 1968, 126, pp. 233-292; Krüger K., Die romanischen Westbauten in Burgund und Cluny. Untersuchungen zur Funktion einer Bauform, Berlin, 2003; Lyman T. W., The Politics of Selective Eclecticism: Monastic Architecture, Pilgrimage Churches, and “Resistance to Cluny”, in «Gesta», XXVII, 1988, pp. 83-92; Piva P., Architettura monastica nell’Italia del Nord. Le chiese cluniacensi, Milano, 1998; Sapin C., L’abbatiale de Cluny II sous saint Hugues, in Le gouvernement d’Hugues de Semur à Cluny. Actes du colloque scientifique international, Cluny, 1990, pp. 435-460; Segagni Malacart A., Attestazioni padane di transetti e cori articolati in progressione scalare nella prima metà del secolo XI, in Cau E., Settia A. A.(a cura di), San Maiolo e le influenze cluniacensi nell’Italia del Nord. Atti del Convegno Internazionale nel Millenario di San Maiolo (994-1994), Como, 1998, pp. 105-114; Stratford N., Studies in Burgundian Romanesque Sculpture, London, 1998; Viollet-Le-Duc E., Dictionnaire raisonné de l’architecture française du XIe au XVIe siècle, I, Paris, 1854, pp. 241-312; Werckmeister O.K., Cluny III and the Pilgrimage to Santiago de Compostela, in «Gesta», XXVII, 1988, pp. 103-112.
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